Qual è stato finora il suo momento più esaltante?
“Quando Ballardini mi comunicò nel maggio 2009 la prima convocazione in azzurro da parte del c. t. Lippi per l’amichevole con l’Irlanda del Nord. Una gioia condivisa con tutti i compagni”.
Esistono ancora le bandiere allora, non solo Totti e Del Piero.
“Anche Palombo ha deciso di rinnovare con la Samp. Sono esempi di giocatori che hanno trovato equilibrio: io a Palermo ce l’ho. Non ho mai lasciato niente a metà dell’opera, l’ho fatto a Verona, con la Juve e ora a Palermo. Sono felice”.
Lei non è un terzino di vecchia concezione: come contro l’Inter, gioca ormai da ala destra.
“Lo richiede il calcio moderno, devi saper interpretare entrambe le fasi, non puoi essere una macchina che fa solo quello o solo questo. Ho preso consapevolezza dei miei mezzi, non avrò l’impatto fisico di Maicon, ma ci metto corsa e palleggio”.
Dietro di lei cresce Darmian
“In Europa si è puntato l’indice su di lui e non mi è sembrato giusto. Tutti abbiamo contribuito all’eliminazione. Matteo è pronto, può giocare a destra come a sinistra. Ha fermato Krasic, ora per lui arriva il momento di confermarsi. Non è mai facile”.
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