Google sfida pornografia e pirateria online

ROMAGoogle impone la sua volontà alla pirateria informatica e al mondo del porno.

Da giovedì infatti il motore di ricerca numero uno al mondo ha deciso di intervenire, trattando in maniera passiva alcuni termini adottati dagli utenti, non facilitando nello specifico la ricerca di siti operanti nell’ambito della pornografia e della pirateria online. Così ad esempio se si digitano le parole “torrent” o “megaupload” che riportano a siti adibiti allo scaricamento abusivo dei file, Google non mostra né i suggerimenti e nemmeno i risultati immediati, obbligando così a premere il tasto ‘invia’. Insomma il gigante di Mountain View ha deciso di non vietare l’accesso alle sue funzioni di ricerca, ma allo stesso tempo non ne faciliterà l’esistenza.

L’OBIETTIVO DI GOOGLE – Tale decisione influirà molto poco sulla limitazione della pirateria e il suo scopo sembra più quello di mantenere buoni rapporti con le major cinematografiche e discografiche; tale atto di censura ha generato numerose polemiche tra gli utenti del web.

I SITI SOTTO ACCUSA DI GOOGLE –  Tra i siti “sotto accusa” i famosi BitTorrent, Megaupload, Pirate Bay, RapidShare ed Emule, software attraverso i quali gli utenti possono scaricare file di varia natura protetti dal Copyright. Non ha tardato ad arrivare neanche la protesta degli ideatori di BitTorrent, che si difendono dichiarando il sito legale e distaccandosi da eventuali comportamenti scorretti portati avanti dai singoli utenti; sul sito TorrentFreak Simon Morris, uno dei responsabili di BitTorrent ha scritto: “Quello che Google sembra non capire è che il nostro prodotto è usato per diversi scopi che offrono un valore significativo per il settore della tecnologia, per le aziende, per gli artisti e per i consumatori in generale”.

Date le numerose reazioni al provvedimento, la soluzione contro la pirateria di Google ha notevole importanza, al di là degli scarsi risultati pratici; ad eventuali richieste di rimozione di contenuti protetti da copyright, il motore di ricerca promette di rispondere entro 24 ore, semplificando inoltre la procedura per inoltrare la richiesta.

Luca Bagaglini

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