GENOA GASPERINI CAMPIONATO MILAN JUVE / TORINO – Dal novembre scorso non è più l’allenatore del Genoa Gian Piero Gasperini, colui che nel 2007 riportò il ‘Grifone’ in serie A e nelle stagioni successive fece divertire tutti con il suo 3-4-3 tutta corsa e fantasia. Un addio doloroso ai colori rossoblu dopo anni di soddisfazioni: “Ho trascorso anni splendidi – le sue parole a ‘Tuttosport’ -. Il nostro progetto iniziale tendeva a reperire giovani di prospettiva soprattutto sul mercato italiano, farli maturare e valorizzarli e magari diventare così anche un serbatoio per le rappresentative nazionali. Fino a un certo punto è stato così, poi improvvisamente è cambiato tutto…Il Genoa ha voluto intraprendere un’altra strada. Ok, ma per fare cosa? Io penso che quando resti concentrato sui tuoi intenti tutto procede bene ma quando inizi ad avere velleità diverse dalle tue reali possibilità allora incontri problemi. Quest’anno abbiamo fatto buone partite contro squadre forti, purtroppo abbiamo patito diversi infortuni che ci hanno condizionato. Ma il vero problema è che a un certo punto non c’era più chiarezza d’intenti: non si capiva più quale era il nostro obiettivo. Ogni strategia può andare bene ma dev’essere finalizzata a un traguardo preciso”.
JUVE E MILAN – Gasperini è cresciuto come tecnico delle giovanili bianconere prima di approdare nel calcio professionistico: “La nuova società è stata molto brava nel ripartire e a pacificare l’ambiente. Del Neri ha dato un’identità alla Juve e credo abbia lavorato bene. Per vincere però occorrono grandi giocatori e di conseguenza investimenti ingenti. Ma certi costi vanno a scontrarsi con le esigenze economiche della società. Io credo che nel tempo la Juve tornerà a primeggiare, soprattutto quando potrà disporre del proprio stadio. Per ora deve cercare di crescere. Comunque non è mai stato detto quanto sia stato sconvolgente per società e ambiente quanto è successo a causa di calciopoli“. Infine, uno sguardo alla capolista: “Il Milan dispone di Ibra uno che riesce a fare una differenza esagerata. Ed è grazie a lui se i rossoneri ora sono i maggiori candidati allo scudetto. Lo svedese con il suo approdo alla corte di Allegri ha trasformato il Milan da una squadra medio alta a una di grandissimo spessore, almeno in Italia. E questo non è un bel segnale per il nostro calcio. Perché una squadra importante non può dipendere totalmente da un solo giocatore”.
A.L.
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