CASSANO – “Come l’ho gestito? Mi ricordo quando ero a Parma e la gente, ma proprio tutta, odiava Lamouchi. Io però mi sono impuntato e l’ho fatto giocare sempre. Con Antonio ho fatto altrettanto. Quando tutti erano contro di lui dopo la rottura con Garrone, gli ho telefonato per sostenerlo. Adesso al Milan è importante che venga gestito da una struttura che vada oltre i valori tecnici. Perché con certi giocatori bisogna saper dire no. Dovrebbe parlare più spesso in conferenza stampa perché è simpaticissimo. L’ho sentito l’altro giorno (leggi qui) e mi è piaciuto tanto. Sente il peso del diventare padre e sono convinto che non sbaglierà più”.
ORIUNDI – “Non sono nemmeno più un problema da affrontare. Se una persona lavora in Italia e ha i documenti è un nuovo italiano. Dobbiamo portare avanti certi comportamenti che sono sintomo di nuovi valori. Lippi non considerava i giocatori all’estero? Lui merita rispetto perché è un grande ed è campione del mondo. Ma io credo che si debbano considerare anche gli italiani all’estero. Siamo a Parma e penso a uno come Giuseppe Rossi”.
TOTTI NO – “Noi abbiamo iniziato un nuovo ciclo e pensiamo a giocatori giovani. Adesso abbiamo monitorato i giocatori per sei mesi e ora vogliamo lavorare su 30 giocatori con i quali avere un rapporto settimanale”.
CALCIATORI “DIFFICILI”- “Con Balotelli sono stato chiaro. Le sue dichiarazioni non mi fanno effetto perché sono abituato. Gli ho detto subito che tutti sappiamo quanto è forte, ma ora abbiamo bisogno di sentir parlare di lui per quello che sa fare sul campo. E non per quello che fa fuori dal campo. Credo che stia dicendo cose normali per chi è buttato un po’ dentro quelle situazioni. Dovrebbe essere consigliato. Mutu? Lui se le va a cercare. Se fossi nel Cesena però lo prenderei”.
IL CUORE DELLA NAZIONALE – “Se le maggiori squadre hanno degli stranieri devi per forza di cose guardare altrove. Però i giocatori di qualità ci sono. E’ il modo in cui interpretiamo il calcio noi che non fa uscire la qualità. Il Sudamerica invece pensa diversamente e infatti escono moltissime mezze punte. Da noi sono anni che le abbiamo sottovalutate. Non c’entra niente Sacchi in questo. C’entra il fatto che alcuni hanno scopiazzato un modulo rigido senza avere le conoscenze”.
LIPPI – “L’ho incontrato appena diventato ct perché avevo un ottimo rapporto con lui e mi sembrava giusto fare due chiacchiere con lui. Volevo dare la solidarietà a lui, che è una persona che rimarrà nella storia deI campioni. Poi lo conoscevo dai tempi di Bergamo. Mi ha consigliato di avere la forza di non farmi condizionare dalle pressioni”.
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