SPECIALE MERCATO INTER / MILANO – Dallo ‘Special One’ al ‘No Man’, passando per l’aplomb fin troppo british del ‘Normal One’: al contrario del verdetto del campo con i cinque tituli messi in bacheca, almeno in panchina, è stata un’annata alquanto tribolata in Corso Vittorio Emanuele. L’addio in estate dell’ancor rimpianto Mourinho, l’infelice idillio fra Moratti e Benitez, fino ad arrivare allo sbarco natalizio, che ha quasi del clamoroso, dell’ex cugino Leonardo alla Pinetina. Senza contare il divorzio con il mai amato, ma talentuosissimo, Balotelli…
FANTASTICI 4
A Mourinho manca qualcosa. A fine 2009 nonostante una dote di otto lunghezze di vantaggio sul Milan in classifica, e il pass conquistato per gli ottavi di Champions, il tecnico di Setubal desidera da Moratti un ulteriore cadeaux sotto l’albero per puntellare fin nei minimi particolari il proprio scacchiere tattico. ‘Mou’ chiede Pandev nella mail inviata a Babbo Natale, e patron Moratti non si fa pregare: scavalcato il contenzioso fra il macedone e la Lazio, il mancino cresciuto nelle giovanili nerazzurre può così far ritorno alla casa madre. Il ‘quadrilatero magico’ tanto agognato dall’ex manager del Chelsea adesso è realtà, con Pandev che insieme all’imprescindibile Sneijder e al jolly (extra lusso) Eto’o andrà a formare una batteria di trequartisti da leccarsi i baffi dietro al cecchino Milito. L’innesto di Pandev, con l’accantonamento dell’irascibile Balotelli, sarà la chiave di volta soprattutto in Europa della trionfale cavalcata che porterà Zanetti e compagni a fregiarsi al termine della stagione di uno ‘storico’ Triplete. Intanto via Parma, nell’affare Biabiany, approda all’ombra del Biscione anche Mariga, mentre senza far troppo rumore fanno le valigie Vieira (City), Suazo (Genoa) e Mancini (Milan).
NORMAL ONE
È un estate dai due volti alla Pinetina: da un lato la gioia, incontenibile, per una ‘tripletta’ da leggenda; dall’altro le lacrime per l’adios di Mourinho, invaghito dall’irresistibile fascino di un club come il Real Madrid che non ha mai fatto mistero dell’interesse, tramite l’estenuante pressing di Florentino Perez, per il mago portoghese. Lo stesso primo ministro della ‘Casa Blanca’ che, dopo lo Special, corteggerà successivamente anche Maicon e Milito, alfieri dell’Inter pigliatutto. Ma questa volta invano. ‘Mou’ lascia da super vincente, anzi, da Rey. Moratti sogna Capello o Guardiola per coprire un vuoto profondissimo, ma sia il cittì inglese che il ‘filosofo’ blaugrana rifilano un doppio due di picche al numero uno interista. A Moratti non resta che Benitez, pallino anche della nuova Juventus di Andrea Agnelli prima dell’avvento sotto la Mole bianconera di Del Neri, in rottura con i proprietari statunitensi del Liverpool. La scelta ricade sul madrileno, ma è una decisione sofferta… ‘Rafa’ non va a genio a Moratti, è un’alternativa secondaria, non un pallino del presidente. E le strategie di mercato dell’ultima estate ne sono una prova inconfutabile: Benitez, già orfano in partenza di un pezzo da novanta come Balotelli (emigrato Oltremanica alla corte del ‘Mancio’ a cercar fortuna) e di una più che preziosa pedina come Burdisso (ceduto interamente alla Roma), si vede respingere in maniera perentoria gli ingaggi dei pupilli Mascherano e Kuyt trovando sotto l’ombrellone solo seconde linee come Castellazzi, Biabiany e il troppo acerbo Coutinho. La ‘scusa’ è il fair-play finanziario mentre invece sarà il primo, chiaro, segnale di un amore mai sbocciato. L’ingombrante ombra del predecessore Mourinho, il mancato e inevitabile restyling ad una rosa spremuta fino all’ultima goccia e la caterva di infortuni di questa prima parte di stagione hanno fatto poi il resto, per un divorzio consumatosi in mondovisione pochi attimi dopo aver calato il ‘pokerissimo’ in quel di Abu Dhabi.
SCOMMESSA O DISPETTO?
Fuori Benitez. Dentro Leonardo. È stavolta è una prima scelta, non un ripiego… Nonostante un lungo passato a Milanello compresa una stagione, quella passata, a guidare dalla panchina il ‘Diavolo’, Moratti non ha avuto remore nel puntare sul poliglotta brasiliano, assai stimato per eleganza e personalità dal patron nerazzurro, quest’ultimo voglioso forse di rifilare anche un ‘dispetto’ a Galliani & soci dopo l’affronto incassato per il passaggio di Ibrahimovic in rossonero. “È una sfida affascinante, non potevo dire di no ad una squadra come l’Inter. Non cercavo un lavoro, ma un sogno come questo”, ha dichiarato Leonardo al suo primo giorno ad Appiano Gentile. Talento, coraggio e saggezza certamente non mancano a ‘Leo’ per entusiasmare gli aficionados interisti e far ricredere l’ex datore di lavoro Berlusconi.