Lavoro, giovani e social network

LAVORO SOCIAL NETWORK – Grazie alle innovazioni del web 2.0 si prospetta un aumento della richiesta di personale soprattutto nei settori del marketing, delle risorse umane e della comunicazione. Prunesti: “Le imprese presto dovranno fare i conti con una generazione cresciuta insieme ai social network”

Buone notizie per la cosiddetta “generazione Y” dei  nati fra il 1977 e il 2000, cresciuta con i social network; si prospetta infatti per loro la possibilità di mettere in pratica e sfruttare le proprie competenze nel campo dell’informatica.

È quanto afferma Alessandro Prunesti docente alla Business school del Sole 24 Ore, nel libro “Enterprise 2.0” (Franco Angeli, 26 euro), spiegando che si avrà un aumento della richiesta di personale soprattutto nei settori del marketing, delle risorse umane e della comunicazione, a causa delle grandi innovazioni che stanno investendo il web 2.0.

“Le imprese presto dovranno fare i conti con una generazione cresciuta insieme ai social network, una generazione di ‘nativi digitali’ abituata al concetto di condivisione: questo cambierà anche il modo di lavorare all’interno delle aziende”.

Si profilano dunque nuove opportunità lavorative e una possibilità di reazione alla crisi economica in corso, secondo la tesi di Prunesti, basata sulla considerazione che “le imprese presto dovranno fare i conti con una generazione cresciuta insieme ai social network, una generazione di ‘nativi digitali’ abituata al concetto di condivisione: questo cambierà anche il modo di lavorare all’interno delle aziende”.

Secondo l’autore le innovazioni tecnologiche avranno ripercussioni anche “nell’organizzazione del lavoro, che sarà sempre meno gerarchica e sempre più ‘a rete’”. Attualmente un cambiamento nell’approccio al lavoro si manifesta anche grazie al “cloud computing”, strumento attraverso il quale Google Apps e Office Live trasformano la rete in un area digitale attraverso la quale creare, inviare, condividere e conservare.

Secondo il docente questo sarebbe un momento propizio per coloro che sono in cerca di un lavoro: “È il consiglio che do ai miei studenti: aprire un profilo su LinkedIn, aprire un blog, ma soprattutto cominciare a sviluppare dei progetti, magari in rete con altre persone: non mancano esempi in cui questi progetti sono poi stati ‘adottati’ dalle aziende”.

In Italia la Fiat, per esempio, ha sviluppato un social network per formare il top management sui temi della leadership; Banca Intesa gestisce la formazione facendo un largo uso dei social network; Acea Electrabel (azienda che opera nel settore energetico) è la prima ad aver realizzato una piattaforma di Enterprise 2.0 per migliorare la comunicazione e il lavoro interno”.

Luca Bagaglini

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