ROMA – In carcere a Milwaukee in attesa di giudizio il ventitreenne russo Oleg Nikolaenko.
Il ragazzo, che si dichiara innocente, è soprannominato “il re dello spam”; sembra che tutte le e-mail contenenti messaggi di vendita di falsi Rolex, viagra e altri rimedi contro la disfunzione erettile, avessero un unico mittente. Quindi dietro alla “bot net” Mega-D, responsabile di quasi un terzo dello spam mondiale, ci sarebbe stata un’unica rete di 500.000 computer, in grado di inviare fino a dieci miliardi di e-mail spazzatura al giorno.
LA FIREEYE – Il network con a capo il giovane russo era stato già messo in difficoltà in passato; infatti la società specializzata in sicurezza informatica, la FireEye, era riuscita a prendere il controllo sui server e sui centri di controllo presenti sul territorio americano. Ciò aveva comportato la chiusura e la riduzione del volume della rete inizialmente al 17% e infine, con l’arresto di Nikolaenko , al 5% dello spam globale.
LA CATTURA DI NIKOLAENKO – Gli agenti federali sarebbero riusciti nell’impresa in seguito alla cattura di Jody Smith e Lance Atkinson, due rivenditori di materiale contraffatto in accordo con il russo, poichè pubblicizzavano i loro prodotti appoggiandosi alla rete Mega-D in cambio dei versamenti in commissioni. Con questo sistema Atkinson, in sei mesi, era arrivato a versare, usufruendo del servizio on-line ePassporte, circa 450.000 dollari a Nikolaenko.
E’ proprio attraverso questo servizio on-line che l’Fbi è riuscita a risalire all’indirizzo di posta elettronica Gmail e da questo, con un ordine del giudice, all’archivio di tutte le e-mail inviate e ricevute dal 23enne.
IL MOMENTO DELL’ARRESTO – Ad aver tradito “il re dello spam” la sua passione per le auto; infatti l’agenzia governativa era a conoscenza dei numerosi viaggi in America del ricercato in occasione del Sema (Speciality Equipment Market Association), uno show per appassionati di accessori per automobili. Ed è proprio a Las Vegas, durante la manifestazione, che l’uomo è stato arrestato.
LE VIOLAZIONI E LA PENA – Nikolaenko è accusato di non aver rispettato l’attuale normativa regolatrice sull’invio di materiale indesiderato, il Can Spam Act, rischiando una condanna a cinque anni di carcere.
Luca Bagaglini