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Wikileaks e le verità su Google

ROMA – Numerosi sono stati i documenti riservati e resi noti da Wikileaks.

Tra questi, uno riguarda la cyber battaglia che da almeno dieci anni coinvolge tutte le maggiori potenze mondiali che spesso hanno fatto ricorso ad hacking e pirateria informatica.

ATTACCO A GOOGLE CINESE – Nel gennaio scorso, un informatore anonimo avrebbe rivelato ai dipendenti dell’ambasciata americana residente a Pechino che il Politburo, la direzione centrale del partito comunista cinese, sarebbe stata l’artefice degli attacchi all’infrastruttura informatica di Google in Cina. Addirittura a partire dal 2002 il partito avrebbe anche arruolato e coordinato agenzie governative, professionisti privati e hacker  fuorilegge, con lo scopo di attaccare server del governo americano e dei suoi alleati occidentali.

L’INIZIO DEGLI ATTACCHI – La serie di attacchi sarebbe iniziata in seguito alla scoperta di messaggi critici di un alto funzionario del Politburo. Effettivamente i vertici di Pechino erano stati accusati dai dirigenti di Google e da quelli del Dipartimento di Stato, di aver complottato circa le intrusioni informatiche avvenute in quegli anni. Accuse ritirate successivamente, attribuendo siffatti attacchi a criminali informatici privati, a causa della mancanza di prove a disposizione oppure per evitare tensioni con la Cina.

IL COMMANDO INFORMATICO – E’ possibile che quanto accaduto lo scorso gennaio sia tra i fattori causa di una crescente preoccupazione da parte degli Usa sulla propria sicurezza informatica; attenzione che ha portato recentemente alla creazione di un commando informatico. Il suo ruolo è quello di sorvegliare le infrastrutture telematiche fondamentali per il Paese e di disattivare l’accesso alla Rete in caso di necessità.

LA LOTTA ALLA PIRATERIA – Il tentativo di contrastare i cyber criminali ha portato le autorità americane a intensificare anche la guerra alla pirateria dei file audiovisivi e la vendita in internet di merce contraffatta. Già in questi giornil, 77 siti sono stati chiusi dal Dipartimento per la Sicurezza Nazionale Usa, senza alcun rispetto delle procedure previste dal Digital Millenium Copyright Act e dal nuovo Combating Online Infringements and Counterfeits Act., in quanto contenenti link che reindirizzavano a Torrent dai quali scaricare film e musica.

Luca Bagaglini

Redazione

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