Inter, Mourinho: “Vincemmo la Champions ma non eravamo i più forti”

Mourinho (Getty Images)
MOURINHO SU INTER REAL MADRID E FUTURO / PARIGI (Francia) – Non sono mai scontate le interviste di José Mourinho. Non fa quindi eccezione quella rilasciata dal portoghese al periodico France Football, intitolata “Ringrazio Dio di non essere modesto”. Il tecnico del Real Madrid ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera a partire dal Porto, proseguendo per Chelsea ed Inter, fino all’approdo in Spagna.

VITTORIE IN CHAMPIONS: PORTO ED INTER – C’è una sostaziale differenza tra la vittoria in Champions ottenuta con il Porto e quella con l’Inter e Mourinho la spiega: “Il Porto era una squara giovane. Con l’Inter fu tutto il contrario, era la squadra dei veterani. C’erano dei giocatori che se non avessero vinto quella coppa lì non l’avrebbero vinta più! Cioè, insomma, diciamolo fra virgolette, perché possono ancora vincere quest’anno o l’anno prossimo! Ma se prendi Zanetti, 37 anni, Materazzi, 37, Cordoba, 34, Toldo, 38, Samuel, era probabilmente la loro ultima occasione. Sono fiero che abbiano realizzato questo sogno”.

IL PROGETTO NERAZZURRO – L’allenatore lusitano, all’arrivo nel capoluogo lombardo, aveva un’idea chiara di quella che sarebbe stata la sua Inter: “Pensai di costruire con l’Inter una squadra a due volti. Una per vincere lo scudetto e un’altra per provare a vincere la Champions League. Sapevo che eravamo la squadra migliore del campionato. E quando hai la squadra migliore devi dire: vinco. Non ci sono altre possibilità. Invece, in Champions, l’Inter 2009-2010 non era la squadra migliore se paragonata al Real, al Barcellona, al Bayern, al Manchester, al Chelsea, tutte squadre che potevano vincere il titolo. In partenza potevamo solo dire: ‘proviamo a vincerlà. Poco a poco, abbiamo trasformato il nostro discorso in ‘la vinceremò. E l’abbiamo vintà”.

UNA SEMIFINALE DISCUSSA – In molti hanno contestato il gioco offerto dall’Inter nella semifinale di ritorno della Champions League contro il Barcellona. Mourinho però difende le sue scelte: “Se è stata una buona pubblicità giocare in quel modo? Sì, è stato uno spettacolo fantastico. Non fu colpa nostra. Io avevo deciso di vincere. Avevo deciso di vincere! Lo spettacolo l’avevamo dato a Milano, all’andata vincemmo 3-1, ne avremmo potuti fare quattro, e siamo andati a Barcellona con quel vantaggio. Là abbiamo cominciato ed eravamo disposti a giocare ma, dopo un quarto d’ora, ci siamo ritrovati in 10. E a quel punto, o fai il buffone e ne prendi quattro o cinque, o reagisci da campione e ti qualifichi. Sapendo che se fossimo arrivati in finale, l’avremmo vinta. Fu un grande spettacolo di tattica!”.

REAL MADRID E FUTURO – E’ molto soddisfatto l’ex Porto della sua attuale sistemazione ma non nasconde la voglia di tornare in Inghilterra: “Non potrei essere più contento di come lo sono al Real, tenuto conto della dimensione di questo club, dell’amore che suscita e dell’importanza della sfida. Ma il mio habitat naturale è il calcio inglese e pero di poter finire la mia carriera in Premier”.

AMATO DAI GIOCATORI…BURDISSO – I tifosi sono spaccati: molti lo applaudono altri lo fischiano. I suoi giocatori invece non possono che amarlo. Questo il rapporto che Mourinho costruisce con i suoi ragazzi, così come traspare dalle sue stesse parole in relazione al rapporto costruito con Burdisso: “All’Inter, quando arrivai, gli dissi che era meglio che andasse via, non ci sarebbe stato spazio per lui. Volevo venderlo per investire su altri giocatori. Avevo programmato la sua cessione e, alla fine, si è rivelato fra i giocatori più coinvolti dal mio progetto mai incontrati nella mia carriera. Burdisso mi rispose: “Ti dimostrerò che posso giocare. Gli ho detto: “Ok, vediamo, vediamo insieme. Non ti voglio oggi, ma forse domani sarà un altro giorno”. E oggi, sa quanto lo apprezzo. Sa anche che sarei felicissimo di lavorare di nuovo con lui, perchè è un uomo e un giocatore fantastico”.

F.S.

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