CAGLIARI MARCHETTI MOBBING / CAGLIARI – Da titolare ai Mondiali sudafricani con la Nazionale di Lippi a terzo portiere del Cagliari: è questa la strana parabola vissuta da Federico Marchetti. Il 27enne di Bassano del Grappa ha pagato un’intervista rilasciata nel luglio scorso nella quale esprimeva la sua delusione per il mancato passaggio alla Sampdoria. Dichiarazioni che al presidente Cellino non sono piaciute e che lo hanno spinto ai margini dei rossoblu: per questo, lo scorso 22 ottobre, ha presentato una vertenza contro il Cagliari per mobbing chiedendo la risoluzione del contratto e un risarcimento. “La parola mobbing l’avevo sentita solo a proposito del caso Pandev – ha detto Marchetti a ‘La Gazzetta dello Sport’ -. Dopo quello che mi è accaduto, ora so molte cose sul mobbing. Da un giorno all’altro mi hanno tolto il calcio, il lavoro e una parte fondamentale della mia vita. Mi sono sentito solo, a parte il sostegno della famiglia, della mia fidanzata Rachele e degli amici. Poi ho reagito. Mi sono guardato intorno, ho visto gente che soffre davvero e mi sono detto ‘ho preso una brutta botta, ma nella vita c’è chi sta peggio'”. L’intervista della discordia: “Il giornalista, Francesco Velluzzi, mi contattò quando ero in vacanza. L’intervista fu pubblicata qualche giorno dopo. Mi ero limitato a esprimere il mio pensiero per non essere stato trasferito alla Sampdoria che stava partecipando ai preliminari di Champions, aggiungendo però che ero pronto a ripartire da zero con il Cagliari, club al quale devo molto. Ho solo espresso un’opinione, mail sabato in cui fu pubblicata l’intervista il direttore Marroccu mi fece notare che il presidente Cellino non l’aveva gradita perché non vede bene il giornalista che l’ha scritta. Quel giorno giocammo in amichevole. Venti tifosi mi contestarono, ma la maggior parte mi chiese autografi. Il lunedì, Cellino dichiarò ‘Marchetti è sul mercato. Doveva parlare con me, invece di raccontare ai giornali certe cose’. Sono retrocesso da titolare a terzo portiere senza spiegazioni”.
AI MARGINI – Da quel momento in poi, Marchetti non giocherà più neanche un minuto finendo del dimenticatoio: “Mi alleno regolarmente e regolarmente non vengo convocato. I giorni peggiori sono sabato e domenica. Vado al mare o al cinema. Bisoli? E’ stato ambiguo. Si è trovato a gestire una storia più grande di lui. All’inizio mi diceva ‘Federico, che fai qui? Scappa’. Sembrava sincero, poi ho capito che mandavano avanti lui per sapere le mie mosse. I compagni di squadra? Nessuno si è esposto, ma me l’aspettavo perché l’ambiente spinge a comportarsi così. Cellino si comporta da padre-padrone. I suoi collaboratori sono succubi. Solo Allegri ha cercato di opporsi a questo andazzo”. Solo Buffon, amico di Nazionale, ha preso posizione pubblicamente: “Buffon si è espresso pubblicamente sulla vicenda. Pirlo ha chiesto informazioni attraverso Matri. Gli altri zero assoluto. Prandelli mi ha convocato la prima volta, anche se non stavo bene. Un bel gesto”. Intanto, oggi è il giorno del Collegio arbitrale: “Ho fiducia nelle istituzioni e spero che si capisca l’ingiustizia che ho subito. La mattina vado a correre e un giorno i ragazzi che andavano a scuola mi hanno salutato. Un signore mi ha urlato ‘Siamo tutti con te’. Hai presente Rocky che si allena e i ragazzini dietro? Beh, mi sono sentito Rocky“.
Alessio Lento
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