L’Eurozona è in piena crisi

L’intera zona euro è in difficoltà. L’Eurogruppo si è detto pronto ad attivare per la prima volta il meccanismo salva-Stati da 750 miliardi di euro varato nel maggio scorso e targato Ue-Fmi.

BRUXELLES – L’intera zona euro è in difficoltà.
Le cause, l’attacco ai debiti sovrani e il rischio di crollo da parte di Portogallo e dell’Irlanda. A riguardo il presidente dell’Ue, Herman Van Rompuy, ha dichiarato:
“Dobbiamo lavorare tutti insieme per permettere all’Eurozona di sopravvivere. Perchè se l’Eurozona non sopravviverà anche l’Unione non sopravviverà”.
Parole decise e rivolte prima di tutto ai ministri di Eurolandia, tutti riuniti a Bruxelles con il compito di fermare la grave crisi irlandese, con un deficit vicino al 32% del Pil in particolare per effetto dei salvataggi bancari; senza contare gli spread tra i titoli pubblici e il Bund tedesco che hanno raggiunto livelli da record.
DUBLINO – In questo momento, la capitale irlandese rifiuta di chiedere aiuti per risanare i suoi debiti, ma lavora insieme a Bruxelles, Fmi e Bce nello sviluppo di un piano di salvataggio per le proprie banche. Il portavoce del presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, invita a “non drammatizzare sulla situazione finanziaria in quanto questa non lo richiede”.
PRESIDENTE DEI MINISTRI DELL’EUROZONA – “Se l’Irlanda chiede senza dubbio interverremo” , ha dichiarato Jean-Claude Junker. “Tuttavia – continua – il problema è riuscire a convincere le autorità di Dublino ad avanzare tale richiesta di assistenza finanziaria”.
PREMIER IRLANDESE – Brian Cowen, riguardo al caso ha detto: “Non solleciteremo alcun aiuto finanziario perchè siamo totalmente coperti fino alla metà dell’anno prossimo”.
INTERVENTI ECONOMICI – Commissione Ue, Bce e Fmi stanno lavorando per rafforzare la stabilità del sistema bancario irlandese, ma nel caso in cui l’Irlanda come altri Stati, si decidessero a chiedere aiuto a tutto campo, la rete anticrisi messa a punto nel maggio scorso e targato Ue-Fmi, è pronta ad essere mobilitata. Inizialmente si attiverebbe il fondo Ue, con 60 miliardi di euro ed in seguito potrebbe intervenire lo lo European financial stability facility (Efsf), con una dote di 440 miliardi di euro. Possibile anche un intervento pari a 250 miliardi di euro, da parte dell’Fmi.

Luca Bagaglini

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