Visti i precedenti delle ultime annate, in pochi avevano creduto all’austerity annunciata in più occasioni dai vertici societari, in nome del celeberrimo fair play finanziario. Invece alle parole sono seguiti i fatti, con trattative condotte con oculatezza e parsimonia. Le richieste di Benitez erano ben precise: Kuyt e Mascherano. I sondaggi sono stati effettuati ma, come ha dichiarato Marco Branca, “L’Inter non era disposta a spendere le folli cifre richieste dal Liverpool”. Il dirigente ha inoltre sottolineato che, “il più grande acquisto è la permanenza di Maicon”, per il quale non si è ceduto alla corte serrata del Real di Mourinho.
Di positivo c’è sicuramente, oltre alla salvaguardia del bilancio, un sostanziale ringiovanimento della rosa: gli inserimenti di Coutinho e Biabiany, oltre al riscatto dal Parma di Mariga e alla sostituzione del senatore Toldo con il più giovane Castellazzi, possono far guardare al futuro con un certo ottimismo. Si tratta di operazioni fatte su giocatori di qualità, anche se probabilmente ancora non abbastanza rodati per essere decisivi a certi livelli. L’acquisizione dell’ex centrale difensivo del Bari Ranocchia, momentaneamente parcheggiato a Genova per fare esperienza, è la conferma di questa lungimirante strategia.
La vicenda che ha fatto pià scalpore è stata quella relativa all’addio di Balotelli, approdato alla corte dell’ex Mancini in quel di Manchester. L’Inter risolve così il problema relativo alla contrapposizione di Super Mario con quasi tutto lo spogliatoio, ma perde definitivamente il suo talento più cristallino. La mancanza del giovane attaccante si sentirà soprattutto in quelle gare in cui la compagine di Benitez farà fatica a superare le barricate avversarie, quando l’inserimento di una variabile impazzita nel proprio scacchiere sarebbe potuto risultare decisivo. Il finale della gara terminata a reti inviolate con il Bologna ne è un esempio emblematico.
Branca è riuscito a compiere movimenti proficui in uscita, ad esempio strappando 8 milioni alla Roma per Burdisso con un braccio di ferro che ha visto prevalere la posizione neroazzurra. Alcuni uomini sono però rimasti, malgrado i piani della società, a libro paga: Mancini, Rivas e Suazo erano, nei progetti, destinati ad accasarsi altrove, ma l’assenza di interessamenti concreti ha bloccato le loro situazioni.
Chi è il più deluso dal mercato interista? Sicuramente il genoano Sculli, che ha salutato squadra, città e tifoseria per rispondere alla chiamata che avrebbe dovuto fargli fare il più grande salto della sua carriera, salvo dover rientrare mestamente nei ranghi dopo l’improvviso dietro-front neroazzurro.
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