Lazio, Lotito: “Fiero della mia squadra. Scendo in politica”. E su Diakite’…

LAZIO LOTITO INTERVISTA DICHIARAZIONI POLITICA / ROMA – Claudio Lotito è stato ospite della redazione del ‘Corriere dello Sport’ per un’intervista. Queste le sue dichiarazioni:

LAZIO – “Dobbiamo proseguire in questo tragitto cominciato nove anni fa. Oggi abbiamo una squadra quadrata ma manca la mentalità da grande. Questo handicap nasce dall’ambiente: molti parlano ancora di ‘Lazietta’. Ma a me piace questa Lazio, ne sono orgoglioso e fiero”.

LOTITO PRESIDENTE – “Presi la Lazio per il gusto della sfida e per salvaguardare un patrimonio tecnico, sportivo e culturale. E’ una società nata nel 1900, la prima squadra della capitale. A qualcuno può dar fastidio ma è la verità. La Lazio guadagna soldi per pagare i debiti. Io non percepisco un euro ma d’altronde, quando uno chiede dei sacrifici, deve essere il primo a farli. In questi anni ho fatto cose contro i miei interessi. Bisogna coniugare il risanamento con i risultati sportivi. Mi piacerebbe che la squadra ritornasse ai risultati di fine anni novanta”.

LOTITO E I TIFOSI – “Non ho nessun accordo con loro, l’errore è questo. La tifoseria aveva assunto una posizione strumentale. Oggi sono passati anni e c’è stato un processo di maturazione. La società sta riconoscendo i comportamenti diversi della tifoseria”

DIAKITE’ – “Lo presi dal Pescara e l’ho portato in Primavera. L’ho tutelato come se fosse un figlio. E lo vorrei tenere, è un anno e mezzo che glielo dico. Lui spara cifre spaventose per firmare il rinnovo: più del doppio di Biava. L’Inter? Dicitur… non dicunt. Ho posto il problema ma la fonte mi ha negato. Ho parlato con Fassone e Moratti. Se il giocatore cambiasse idea, valuterò. Sono per la parabola del ‘figliol prodigo'”.

ALLENATORI – “Zola fu una mia invenzione per spronare Reja che non sopportava le pressioni della piazza. Per prendere Reja furono due giorni di trattative infernali. E’ un uomo di grande esperienza, gestiva i rapporti nello spogliatoio. Rossi? L’ho sostenuto molto, ma lavorava bene sul campo. Ballardini? Un buon tecnico, ma fu sfortunato a capitare qui nel periodo ‘della guerra’. Lo ricordo con stima, anche per come vinse la Supercoppa contro Mourinho”.

PETKOVIC – “Ha un respiro internazione. Unisce la gestione del gruppo alla capacità di lavorare sul campo. E poi ha una gran capacità comunicativa”.

SALERNITANA – “Ritengo sia un bene che una squadra di A acquisisca una di Lega Pro. Significa salvaguardare il territorio e mettere i giovani in mostra. Raggiungere la B sarebbe già un gran risultato. In caso di arrivo in serie A, poi, la prenderà in consegna qualcun’altro”.

POLITICA – “Ho dato la mia disponibilità, vorrei fare un patto per il risanamento dell’Italia. Ho due-tre richieste, di diverse aree politiche. Non ci sarebbe conflitto d’interessi con la Lazio ma dovrei organizzare bene i tempi”.

ROMA E PROPRIETA’ AMERICANA – “Guardo a casa mia, non voglio esprimere giudizi. I tifosi si vogliono identificare, hanno bisogno di un capofamiglia. Come simbolo è rimasto Totti, ma per quanto riguarda la società? La Lazio è Lotito, nel bene e nel male”.

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