Arbitri Serie A, Nicchi: “Dargli la parola nel post gara? Perchè no. Ecco cosa serve”

SERIE A NICCHI SU PAROLA AGLI ARBITRI E GIUDICI DI PORTA / ROMA – Il Presidente del’Aia, Marcello Nicchi, intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, fa un bilancio sull’operato degli arbitri nelle prima quattordici giornate di Serie A e in seguito alle polemiche del dopo Juventus-Inter e Milan-Juventus. Nicchi si esprime anche sulla possibilità di dare la parola agli arbitri per poter spiegare, a fine gara, le decisione prese durante i 90 minuti di gioco.

MILAN-JUVENTUS ED ERRORI ARBITRALI – “Ho sentito dei commenti di grande buon senso. Le parole di Gigi Buffon sono da rimarcare. Si può ancora parlare di calcio senza buttarla in gazzarra e soprattutto dare un esempio positivo ai giovani: perdere fa parte del gioco, come le decisioni dell’arbitro. La gente è stufa di polemiche. Rigore? In campo era da fischiare. Da spettatore dico che si è discusso per ore sull’anatomia di un braccio, dove inizia e finisce l’ascella. Ci vuole una cultura sportiva nuova. L’arbitro decide in una frazione di secondo. La moviola è un’altra realtà”.

FUORI DAL CAMPO – “Allenatori e giocatori dovrebbero evitare in campo proteste plateali. Non solo, i dirigenti dovrebbero evitare di fare i tifosi, rilasciando dichiarazioni a caldo che sono come benzina sul fuoco. Mi riferisco a Moratti? Parlo in generale perché il problema è generale. Ma sia chiaro: insulti non ne accettiamo. Gli arbitri devono essere tutelati perché senza di loro non si gioca”.

ARBITRI DI PORTA – “Sono indispensabili perché il calcio è cambiato. Da inizio stagione sono state prese 35 decisioni dai giudici di porta, 31 corrette. Occorre solo perfezionare i meccanismi: Collina all’Uefa ci ha messo tre anni. Vedrete che altre federazioni ci seguiranno. Anche perché la tecnologia, a parte il gol non gol, probabilmente non passerà mai. E non certo per nostra volontà”.

PAROLA AGLI ARBITRI – “Si potrebbe fare e magari si farà, però deve esserci una cultura diversa. Ecco, se Buffon non resta una caso isolato e non si cerca di utilizzare l’arbitro per coprire le mancanze della propria squadra, allora siamo sulla buona strada. Al momento siamo lontani”.

S.C.

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