Milan-Juve, Montolivo: “Servira’ una squadra… indiavolata!”

MILAN JUVENTUS INTERVISTA MONTOLIVO / MILANO – Riccardo Montolivo, centrocampista del Milan, ha rilasciato un’intervista alla ‘Gazzetta dello Sport’, nella quale ha presentato l’imminente sfida contro la Juventus. Queste le sue dichiarazioni:
RICCARDO E IL MILAN – “Diciamo che toccare il fondo ci è servito. Abbiamo superato le difficoltà tutti insieme ed è in situazioni come questa che il gruppo esce rafforzato. I ragazzi mi hanno accolto in maniera molto affettuosa. Mi sono messo a disposizione, dell’allenatore e della squadra. Credo che un leader debba fare questo e dare l’esempio, più che comandare. Con Prandelli a Firenze ho fatto delle buone cose e sono diventato un giocatore, ma finché non fai il vero salto di qualità resti un po’ nel grigio. Avevo voglia di misurarmi, di capire se ero all’altezza. Sono in progresso, ma devo fare di più, come tutti. Il confronto con Pirlo? Non mi pongo il problema, siamo diversi. Il rapporto con Allegri? Mi ha aiutato all’inizio quando le cose non andavano benissimo, mi parla spesso”.

MONTOLIVO – “Il mio posto ideale è fra i due mediani, accanto a uno con caratteristiche diverse dalle mie. Ma sono sempre stato duttile. Poca cattiveria in campo? E’ una critica che mi fanno spesso. Sono un po’ distaccato, ma questo non vuol dire nulla. Non sono uno che sbraita, ma in campo corro. Sono un generoso, anche in allenamento”.

I COMPAGNI – “El Shaarawy? Nessuno si aspettava un rendimento simile, nemmeno lui, ma mi è sempre piaciuto. Ha velocità, abilità nel tagliare il campo. E calcia forte e preciso. Pato? E’ in una situazione particolare. Ci vuole pazienza con lui, ma vale la pena di aspettarlo. E’ un giocatore pazzesco, non mi sono mai allenato con uno così forte. Mi spiacerebbe se se ne andasse”.


MILAN-JUVENTUS –
“Fra noi e loro c’è una bella differenza: hanno più qualità, sono più squadra. Ma noi abbiamo le armi per fare male. Noi dopo le ultime due partite abbiamo più fiducia, ma basta poco per ricadere nei soliti errori. La qualità c’è. Serve più fiducia, autostima. Oltre ovviamente a un rendimento migliore da parte di tuttiNon pensiamo di fare il catenaccio, ma affrontare la Juve a viso aperto è complicato. Uno stadio pieno, indiavolato. E dobbiamo fare i diavoli anche noi, non lasciarli giocare, difendere lontano dalla porta, aggredire. Fare un buon risultato significherebbe dare un segnale soprattutto a noi stessi”.

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