Genoa, Preziosi sul deferimento

Martin Sartorio

GENOA SIENA PREZIOSI DEFERIMENTO/ ROMA – Enrico Preziosi non ci sta. Il presidente del Genoa non ha preso per nulla bene il deferimento suo e di ben 16 calciatori del ‘Grifone’ da parte della Procura della Figc per quanto accaduto durante l’incontro del 22 aprile scorso contro il Siena, quando i giocatori rossoblù si tolsero le maglie per consegnarle ad un gruppo di tifosi, che le avevano richieste per protesta. Il numero uno del Genoa, intervenuto a ‘Sky Sport 24′, ha detto la sua in merito al deferimento: “La prima riflessione che mi è venuta è  un po’ popolana ma rende molto l’idea del mio stato d’animo: siamo stati cornuti e mazziati. Ci sono dei precedenti come Lazio-Roma di due anni (partita sospesa perché tra gli ultras si era diffusa la voce che era morto un bambino): lì non ci fu nessuno deferimento. Dopo Genoa-Siena  io mi scagliai contro gli ultras e avevo detto che il daspo non era sufficiente e che ci voleva la galera e per non sottostare a certi tipi di violenza ogni giorno rischio la vita. Nonostante tutto questo, però, oggi mi ritrovo ad esser sottoposto ad un procedimento sportivo. Io ero subalterno se le forze dell’ordine non sono riuscite a fermare le violenze non capisco perché sarebbe dovuto riuscirci un presidente?”


ULTRAS –
“Io cerco di separare la parole delinquente ed ultrà. Tra di loro, infatti, c’è molta gente per bene. Io, comunque, è da 8 anni che non parlo con nessuno. Io accetto tutto ma non la violenza. A 64 anni non posso aver paura di queste persone; non per nulla non vado in giro, come qualcuno, con la scorta.


FUTURO –
“Se ci fosse un imprenditore più forte economicamente di me mi metterei da parte ma fino a questo momento devo difendere i miei interessi e gli interessi di tutti quelli che lavorano per me. E’ chiaro comunque che in questo paese qualcosa non funziona”.

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