Esclusivo Cagni su fallimento Piacenza, futuro e Nazionale

FALLIMENTO PIACENZA ESCLUSIVO CAGNI / ROMA – Il Piacenza Calcio è fallito. L’ufficialità della notizia, nell’aria già da tempo, è arrivata questo pomeriggio. Per commentare la notizia, RadioCalciomercato.it ha intervistato Luigi Cagni, ex tecnico dei biancorossi.

FALLIMENTO PIACENZA – “Mi viene in mente il giorno che mi ha chiamato Giampiero Marchetti, quando in due minuti ci siamo accordati. Il giorno successivo sono arrivato in sede e ho incontrato l’ingegner Garilli. Lì è nato qualcosa di particolare: delle persone diverse che si sono integrate benissimo e hanno fatto sì che da lì il Piacenza facesse risultati importanti. La notizia del fallimento fa male, il sistema calcio non può funzionare così. Non è colpa solo di chi ha guidato il Piacenza in questi ultimi anni, non è possibile che ci siano ancora campionati che partono con penalizzazioni pesanti perché le squadre non pagano gli stipendi”.

GIOCATORI STORICI – “Turrini, Moretti, Papais, Inzaghi: non li dimenticherò mai. Quando son tornato la società era diversa: Fabrizio Garilli non è mai stato appassionato, era subentrato l’ingegner Riccardi non aveva mai fatto calcio. Molto spesso non si capisce questo aspetto: gestire una società di calcio è diverso dall’essere a capo di una società come un’altra. Non si può pensare di avere la presunzione di entrare in un mondo nel calcio senza le giuste competenze”.

CALCIOSCOMMESSE – “Ricevetti una telefonata di un mio ex compagno. Mi telefonò e mi chiese se fossi disposto a vendere una partita. Lo mandai a quel paese, quella telefonata fu utilizzata per punire me per omessa denuncia. Ora posso dire che si dovrebbe avere sempre il coraggio di denunciare questo genere di situazioni. Nel calcio gira della gente che non dovrebbe esserci: se uno va a vedere le pene che si stanno dando ci rendiamo conto che è tutto ridicolo. Dare 20 mesi a un giocatore solo perché ha patteggiato la pena, è assolutamente incomprensibile”.

ANCORA SUL FALLIMENTO – “La cosa strana è che ci sono squadre che non pagano gli stipendi e a gennaio fanno il mercato. Non è normale e non è giusto per chi cerca di fare le cose per bene. Ci si dovrebbe fermare un po’ tutti e valutare se è il caso di fare qualche passo indietro. Ma non bastano più le parole, se vogliamo bene al calcio dobbiamo agire”.

NAZIONALE – “Prandelli ha dovuto organizzare tre partite in condizioni complicate: lo ha fatto bene nelle prime due partite. Nella partita contro l’Irlanda mi è piaciuta meno ma in ogni caso ha ottenuto l’obiettivo che si cercava. Chiaro che giocare ogni quattro giorni è difficile, non a caso uno dei migliori è stato Cassano che durante questa stagione ha giocato poco”.

UCRAINA, FRANCIA O INGHILTERRA? – “Dopo quello che abbiamo fatto con la Spagna, possiamo giocare contro chiunque. Staremo a vedere”.

FUTURO – “Adesso sono a casa, non ho ancora smaltito la retrocessione. Ci sono stati degli errori gravi, nel calcio negli ultimi 10-15 anni c’è pochezza dei dirigenti. Si arriva troppo in fretta ad alti livelli, chi deve prendere le decisioni non è all’altezza delle stesse. Non è possibile che si cambi allenatore alla prima difficoltà, vuol dire che le scelte iniziali non sono state ponderate. Si pretende di vedere bel calcio, ma poi si va a guardare solo il risultato…”.

Alessandro Santandrea

Cagni (Getty Images)

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