Calciomercato, svincolati 2012: tra opportunita’ e debiti di bilancio

CALCIOMERCATO SVINCOLATI 2012 / ROMA – Sebastien Frey; Ziegler, Mexes, Nesta, Nicolas Frey; Pirlo, Seedorf, Appiah; Santana, Klose, Del Piero. Potrebbe tranquillamente essere una formazione da scudetto. Invece si tratta solo di una ipotetica formazione degli svincolati del 2011.

Il valore dei giocatori in scadenza a giugno 2012 non è da meno. A parte i tanti svincolati del Milan, squadra che registrerà una imponente diminuzione del tetto ingaggi, si trovano giocatori piuttosto giovani come Montolivo, Bertolacci, Muntari, Flamini, Mudingayi, oltre a buoni giocatori di esperienza come Samuel, Amauri, Chivu, Miccoli, Suazo e Di Vaio.

E’ evidente che la posta in palio è importante: la Juventus, per esempio, con Pirlo è passata da un anonimo campionato scorso allo scudetto offrendo un gioco scintillante. Tali opportunità di mercato derivano dalla nota sentenza Bosman, per la quale un calciatore alla scadenza del suo contratto può accordarsi con un’altra squadra senza costi per l’acquisizione del cartellino. Precedentemente al 1997 infatti, alla società di provenienza era comunque dovuto un indennizzo anche per il calciatore col contratto scaduto, che restava de facto sempre legato al suo vecchio team.

Pur essendo difficile delineare un prototipo di giocatore svincolato, si tratta spesso di giocatori ultratrentenni, talvolta con esperienza internazionale e con un ingaggio piuttosto oneroso. Gli infortuni e le scarse motivazioni mi fanno essere personalmente scettico sulla maggior parte degli accordi con giocatori svincolati, escludendo poche eccezioni di calciatori giovani o di veri campioni. Nella medesima direzione vanno, probabilmente, le scelte di molti direttori sportivi.

La maggiore attenzione ai bilanci, infatti, ha fatto si che gli ingaggi dei calciatori svincolati, spesso più alti per il mancato pagamento del cartellino, risultino indigesti per molte società di calcio. Sempre gli ingaggi gonfiati rendono spesso incommerciabile il calciatore nei mercati successivi: questo rappresenta un cruciale problema per giocatori che magari non rientrano più nei progetti di una società ma che sono difficilmente cedibili.

Modello che si sta diffondendo invece è quello di preferire giocatori ancora sotto contratto, magari più giovani e con un ingaggio più accessibile. In tal modo il costo del cartellino rientra nella voce investimenti e può essere recuperato cedendo il giocatore, magari ottenendo una plusvalenza. Il costo dell’ingaggio, che è invece una voce passiva del bilancio, viene tenuta più bassa possibile.

A questa regola fanno eccezione ovviamente i casi di giovani di talento che, corteggiati dai grandi club, rifiutano di stipulare nuovi contratti con le loro società di appartenenza e si accordano per ingaggi superiori. Altra possibilità fruttuosa è quella di mettere sotto contratto un fuoriclasse che, con la sua qualità e la sua esperienza cambia una squadra, magari giovane ed inesperta . Si pensi a Klose della Lazio, a Di Vaio del Bologna ed al già citato Pirlo, scaricato per ragioni tattiche dal Milan, di sicuro frettolosamente. Quest’anno la storia potrebbe ripetersi con Samuel.

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