Calciomercato Juventus, le verità di Amauri

AMAURI MERCATO JUVENTUS PARMA FIORENTINA / FIRENZE – Da grande centravanti a incompreso. In un’intervista concessa per la rubrica Mediaset ‘La tribù del calcio’ Amauri racconta gli alti e bassi vissuti nella sua carriera piuttosto altalenante nel rendimento: dall’esplosione nel Palermo all’addio forzato nella Juventus, dalla rinascita a Parma alle difficoltà incontrate in maglia viola.

JUVENTUS: DA SOGNO A INCUBO – “Arrivare in una grande squadra è sempre stato il mio sogno. Il giorno che firmai per la Juve avevo un entusiasmo incredibile. Il primo anno fu meraviglioso, il gol al Real Madrid è ancora il mio ricordo più bello. Il secondo anno, invece, con Ferrara le cose non andarono troppo bene. Nella terza stagione ritrovai Del Neri, che era stato mio allenatore al Chievo, ma per me fu ugualmente un anno terribile. A dispetto di tanti problemi fisici, mi misi sempre a disposizione e giocai partite che non avrei dovuto giocare. Volevo sacrificarmi per la squadra, ma alla fine il sacrificato sono stato io. A gennaio tutti cominciarono a prendermi di mira dicendo che stavo rifiutando il trasferimento in altre squadre. Tutte balle, ma capii che ormai per me alla Juve non c’era più spazio. Così andai a Parma dove ricominciai a vivere e a sorridere”.

JUVENTUS BIS: L’ESCLUSIONE – “Ero tornato alla Juventus con grande entusiasmo. Ma dopo due soli giorni di ritiro, la grande voglia di riscatto che avevo era completamente svanita. Mi sono ritrovato infatti ad allenarmi da solo a mezzogiorno, oppure alle due o alle tre del pomeriggio, sotto un sole a 35 gradi, fino a che non ce l’ho più fatta e ho chiesto alla società di potermi allenare con la Primavera. Ho provato anche a parlare due volte con Conte, ma è stato inutile: non ho mai capito il perché di tanto accanimento. Mi trattavano come se avessi fatto un torto a qualcuno, come fossi un giocatore marcio nello spogliatoio, quando io invece sono andato sempre d’accordo con tutti”.

A.B.

 

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