Tramacere (RadioMilanInter): Walter Zenga, l’acchiappafantasmi del passato nerazzurro

Zenga (Getty Images)

EDITORIALE TRAMACERE ZENGA / MILANO – L’Inter del triplete non c’è più. A testimoniarlo non sono solo i crudi numeri che stanno accompagnando gli ultimi risultati dell’undici nerazzurro ma anche l’impietoso paragone tra la formazione titolare della cavalcata in Champions League guidata da Mourinho con quella dell’ultima sfida persa in casa contro il Bologna. Possiamo addirittura allargare il discorso allo staff tecnico e dirigenziale per capire quanto sia profondo, all’interno della società meneghina, il distacco dalla formazione che soltanto due anni fa ergeva al cielo qualunque coppa che fosse conquistabile.

Analizzando l’undici titolare, e tralasciando il pluridiscusso ritornello sull’età dei giocatori (accresciuta ormai di due primavere), la formazione scesa in campo non più tardi di venerdì nell’umiliante sconfitta rimediata contro i felsinei differisce di ben cinque uomini rispetto al 2010 (RanocchiaNagatomoFaraoniForlan ePazzini)  con uno schieramento tattico che costringe fuori ruolo altri due giocatori (Sneijder Zanetti).

In aggiunta alla questione rosa, di quello staff tecnico ‘comandato’ dall’allenatore portoghese sono rimasti sotto contratto soltanto Beppe Baresi e Daniele Bernazzani insieme allo staff medico capitanato dal dottor Franco Combi. Sì proprio l’uomo che con il vate di Setubal aveva avuto da ridire in più occasioni sulle comunicazioni in diretta tv e sui tempi di recupero dei vari Quaresma Milito.
Gabriele Oriali, assistente di mercato e dirigente rappresentante della prima squadra, è stato allontanato per i ben noti screzi con il direttore dell’area tecnica Marco Branca, il quale tra l’altro, non è mai stato in ottimi rapporti proprio con lo ‘Special One’

I fantasmi del passato quanto incidono quindi in questo programma di rinascita della nuova Inter?

‘Rifondazione’ e ‘Progetto’ sono i termini che più sono stati utilizzati per parlare del club di Massimo Moratti, non solo dagli addetti ai lavori ma anche dai tifosi. Arrivato il momento di proporre nomi concreti, appetibili ma, allo stesso tempo raggiungibili dall’ipotetico nuovo corso della società nerazzurra, si rimane, però, bloccati e ancorati ad una riconoscenza verso il passato che fa fatica a rendersi trasparente.

Il tifoso nerazzurro medio, quello che ha vissuto il periodo che va dal 1989 al 2006 (e non il Filippo di turno) sarà per sempre grato a coloro che hanno reso celebre il nome ed il brand dell’Inter nel mondo. Sia chiaro, quella del 2010 è stata un’impresa epica, forse irripetibile, ma, purtroppo, il processo di distaccamento da quella magica annata è già stato intrapreso dal tempo, che scorre inseorabile, dalla società e, soprattutto, dagli stessi giocatori.

Negli spogliatoi di Appiano Gentile e negli uffici della dirigenza aleggia perennemente il ricordo degli eroi del passato. Per ritornare al più presto a quei fasti, tuttavia, servirà (se non ora a Giugno, a campionato ormai concluso) un uomo capace di cacciare dalla mente dei tifosi e di Massimo Moratti il fantasma del triplete e dello ‘Special One’, Josè Mourinho. Serve un idolo della folla, un vero cuore nerazzurro come WalterZenga. C’è bisogno dell’acchiappafantasmi! C’è bisogno di un ghostbuster!

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