CAMPIONE AI RAGGI X THIAGO SILVA CAPITAN FUTURO / ROMA – Tanta personalità, un perentorio stacco di testa, tempismo negli interventi e una più che discreta tecnica: questo e tanto altro è Thiago Silva, universalmente riconosciuto come uno dei difensori centrali più forti del mondo. Il Milan si coccola il suo gioiello e se lo tiene stretto: contro il Chievo, complici le assenze di molti ‘senatori’ e in barba alle gerarchie (per anzianità avrebbe dovuto essere Pato il prescelto), gli è stato concesso di assaporare la straordinaria sensazione di portare al braccio i gradi di capitano.
Nato a Rio de Janeiro il 22 Settembre 1984, Thiago Silva tira i primi calci nella scuola calcio del Campo Grande. Dopo due anni trascorsi nella Terceira Divisao do Gaucho con la maglia del RS Futebol di Alvorada, nel 2003 arriva il salto di categoria con il trasferimento alla Juventude. Nel club di Rio Grande do Sol, il brasiliano incontra il tecnico che probabilmente ha inciso più di tutti sulla sua crescita calcistica: Ivo Wortmann. E’ quest’ultimo, infatti, a spostarlo definitivamente al centro della difesa, dato che in precedenza il calciatore veniva impiegato come laterale destro o come centrocampista. Il debutto del difensore nella massima serie brasiliana è impressionante; al termine della stagione 2004, conclusa con 28 presenze e 3 goal realizzati, l’appena ventenne Thiago Silva attira l’interesse dei maggiori club europei e, dopo un periodo di prova, si trasferisce al Porto per una cifra vicina ai 2.5 milioni di euro.
Nonostante il vantaggio di poter utilizzare l’idioma natio, il giovane brasiliano fatica ad ambientarsi in Portogallo. Alcuni problemi respiratori ne compromettono l’impiego in prima squadra e, dopo una manciata di partite nella squadra B militante in Segunda Divisão B (la terza serie nazionale), il giocatore opta per il trasferimento, in prestito, alla Dinamo Mosca. In Russia, però, i problemi polmonari continuano, fino a che i medici finalmente arrivano ad intuire la vera natura del problema: a Thiago Silva viene diagnosticata la tubercolosi e solo una tempestiva operazione gli evita la perdita di un polmone.
Nel 2006, una volta ristabilitosi perfettamente, decide di tornare in Brasile per ricostruire la sua carriera nel club di cui era tifoso da bambino: la Fluminense. L’avventura nel club carioca è un continuo crescendo: dopo una prima stagione di rodaggio (terminata in 15esima posizione), nel 2007 arriva il quarto posto in campionato e la vittoria della Coppa del Brasile, nonché il prestigioso riconoscimento personale Bola de Prata (premio riservato ai migliori 11 giocatori del campionato brasiliano). Un anno dopo, Thiago Silva riveste un ruolo fondamentale nella cavalcata del club verso la Copa Libertadores, terminata con una sconfitta ai rigori nella finale contro l’LDU Quito.
In occasione delle Olimpiadi di Pechino 2008 il ct verdeoro Dunga lo aggrega, come fuoriquota, alla selezione. Un infortunio rimediato alla vigilia della prima gara, però, fa sì che il giocatore possa disputare in Cina solo due gare, tra cui la finale per il terzo posto vinta contro il Belgio.
Dopo 146 partite e 14 goal con la maglia della Fluminense, nel dicembre 2008 il difensore fa il suo ritorno nel vecchio continente. Dopo alcuni timidi approcci di Villarreal e Inter, a spuntarla è il Milan. L’investimento è importante: 10 milioni di euro il costo del cartellino, 2.5 a stagione (per 4 anni) l’ingaggio del giocatore. Nonostante cominci gli allenamenti a Milanello già da gennaio 2009, il club di Via Turati può tesserare il brasiliano solo a partire dalla stagione seguente, a causa della mancanza di posti disponibili per i calciatori extracomunitari.
Ormai venticinquenne, Thiago Silva riesce finalmente a confermare in Europa quanto di buono mostrato oltreoceano. Da subito, dimostra infatti un grandissimo affiatamento con Alessandro Nesta, con il quale si integra a perfezione formando una straordinaria coppia difensiva. La sua prima stagione in rossonero si conclude con 33 presenze e 2 goal (la prima rete in Serie A la realizza l’8 Novembre 2009 nella vittoria esterna contro la Lazio, match nel quale è anche sfortunato autore di un autogol).
La stagione 2010-2011 si apre benissimo (il brasiliano segna il gol del 2 a 0 nella prima gara ufficiale contro il Lecce) e termina ancora meglio: il Milan torna a vincere, dopo 7 lunghi anni, lo Scudetto. Durante l’annata calcistica, il difensore dimostra la sua estrema duttilità e insospettabili doti da regista quando, in situazioni d’emergenza, mister Allegri è costretto ad impiegarlo come centrocampista centrale.
Lo scorso maggio, prima di partire per la Copa America 2011, arriva il prolungamento del contratto con i rossoneri fino al giugno 2016. La manifestazione continentale tenutasi in Argentina è agrodolce: il ct Menezes gli consegna finalmente una maglia da titolare al centro della difesa verdeoro ma il Brasile delude le aspettative venendo eliminata, ai quarti di finale, dal Paraguay (Thiago Silva si fa anche parare il rigore da Justo Villar nella serie finale).
Appena tornato in Italia, il 6 agosto 2011, contribuisce alla vittoria contro l’Inter nel match valevole per la Supercoppa Italiana. A settembre arriva, invece, il primo gol in Champions League nella suggestiva sfida contro il Barcellona, terminata 2-2 proprio grazie alla rete allo scadere del difensore brasiliano.
Lo scorso novembre, infine, nel giro di due settimane indossa la fascia di capitano prima in nazionale (nel match amichevole contro l’Egitto) poi nel Milan (in occasione della vittoria casalinga contro il Chievo, partita sbloccata peraltro da un suo goal). In quest’ultimo caso è stato lo stesso allenatore rossonero a motivare la scelta come una decisione presa da tutto lo spogliatoio e condivisa dal gruppo, dalla dirigenza e dai tifosi; una scelta che appare un segnale forte indirizzato a tutti i club europei che, negli ultimi mesi, hanno provato e provano tutt’ora a strappare il difensore brasiliano da quello che è, invece, il suo destino: diventare capitano e leader del club rossonero.
Stefano D’Alessio