Serie A, esclusivo Cesare Maldini sulle bandiere del calcio: Del Piero e Totti

BANDIERE DEL PIERO TOTTI MALDINI ESCLUSIVO CESARE / ROMA – Il calcio, quello fatto di ragazzini che giocano per la strada, di palloni fatti con la stoffa, di vecchie foto, di cuore e di passione, stenta a sopravvivere fra sponsor, business, bilanci e pay-tv. La solita storia – si dirà – che raccontano i romantici che non si arrendono al presente globalizzato. Eppure il calcio, come tutto lo sport, muore senza la passione. E la passione è fatta dai tifosi che ogni domenica sostengono i propri colori e da quei giocatori che per amore sposano una sola maglia per tutta la vita. Quei giocatori che diventano bandiere che sventolano audaci e orgogliose, simboli di una squadra e di una città intera. E quando queste vengono ammainate senza tanti onori e tante storie qualcosa muore nel cuore di tutti. Alessandro Del Piero ieri è stato congedato dalla Juventus dal presidente Agnelli: un annuncio non tanto choccante in sè, ma per i modi. Alex chiuderà la sua carriera in bianconero dopo 19 anni di servizio. Se si dà un’occhiata alla serie A, l’unica altra bandiera che ancora sventola è quella di Francesco Totti, e non è che se la passi troppo bene con accuse varie di pigrizia. Ma cos’è il calcio senza bandiere? Per scoprirlo Calciomercato.it ha intervistato in esclusiva Cesare Maldini, figura storica del nostro calcio, tra l’altro ex ct della Nazionale, e padre dell’altra grande bandiera che la serie A ha avuto Paolo, ex capitano del Milan. “Putroppo sta finendo un’epoca – ha esordito Maldini ai microfoni di Calciomercato.it –  Quel gruppo di ragazzi, che io tra l’altro ho conosciuto bene, li ho avuti anche in nazionale, sono alla fine della loro carriera. Rimane solo Francesco (Totti ndr) e spero che continui ancora a lungo. Purtoppo è la vita: tutto ha inizio ed una fine. Le bandiere, ossia quei ragazzi che giocano sempre con la stessa maglia, che non si interessano di altri club, nel calcio di oggi non ce ne sono più. Siamo al calcio business, ma io credo che senza cuore il calcio non possa esistere, diventa troppo acido”.

DEL PIERO – “Sono rimasto stupito ieri leggendo dell’annuncio di Agnelli – ha detto Maldini – Penso che per dare una notizia simile si doveva agire in un altro modo. Non so Alex doveva essere lì con il presidente, dire che insieme si è deciso così. Ripeto sono rimasto davvero stupito. Ora sono molto curioso di sentire cosa dirà Del Piero. Qualcosa prima o poi deve dire, avrà tutti i media addosso che vogliono sapere lui cosa pensa. Poi bisogna vedere se gli offriranno un ruolo dirigenziale, bisognerà che gli organizzino una festa. Dirlo ad inzio campionato poi, è stata davvero una mossa strana”.

PAOLO MALDINI – Quando Paolo Maldini lasciò il Milan una parte della tifoseria rossonera lo criticò aspramente: “Paolo ha avuto una parte della curva che non lo apprezzava – ha spiegato l’ex ct – ma lui non apprezzava quella parte. Non gli piacevano i modi che avevano. E comunque a distanza di sette giorni da quella festa di addio, a Firenze lo stadio era pieno per Paolo. Si capisce subito quindi l’amore che la gente aveva per lui”.

TOTTI – Totti è stato definito, fra mille polemiche e ripensamenti, pigro: un mettere in discussione il suo ruolo di bandiera? “Ma no – ha spiegato Maldini a Calciomercato.it – era come dire che è un pò ‘ciondolone’, niente di offensivo. Totti è una bandiera e tale rimane”. L’unica che ancora nessuno ha ammainato.

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