Serie A, tutti i costi e le cifre del nostro campionato

Ibrahimovic (Getty Images)

SERIE A TUTTI I COSTI E LE CIFRE DEL CAMPIONATO / ROMA – La Serie A, dopo un turno di stop per lo sciopero dei calciatori, finalmente parte ma senza aver risolto completamente i problemi che la attanagliano da qualche anno, cioè quelli economici.
Scampato il pericolo di dover decifrare chi avrebbe dovuto pagare, tra società e calciatori, la tassa di solidarietà (contributo prima previsto poi eliminato per i dipendenti del settore privato dalla manovra economia per i redditi superiori ai 90 mila euro), e terminata la sessione di calciomercato lo scorso 31 agosto, è tempo di bilanci.
Il calcio è la quinta industria nazionale per fatturato globale, ma il ‘Report Calcio 2011’ – studio elaborato da Figc, Arel e di Pricewaterhouse&Coopers – mostra come nella stagione 2009-2010, la perdita netta prodotta dal settore professionistico in Italia tra serie A, serie B e Lega Pro ammonta a 345 milioni e 536 mila euro e solo 15 dei 132 club affiliati alla Figc hanno prodotto un utile di bilancio.
Il fatturato della serie A è di 1.536 milioni di euro, un dato irrisorio al cospetto dei 2.440 milioni della Premier inglese. I costi dei tesserati ammontano a 1.493 milioni di euro (1.101 in ingaggi e 392 in ammortamenti) e solo il 5,63% del fatturato delle società di A (67,8 milioni di euro) è stato investito nel settore giovanile. Il tasso di riempimento degli stadi in Italia, invece, è solo del 61% ed è cresciuto dal 1998 ad oggi dello 0,3%. Davanti a noi gli inglesi (92%), i tedeschi (88%), gli spagnoli (73%) e i francesi (69%).
Se si mettono sotto la lente d’ingrandimento i dati relativi ai ricavi dagli stadi, si evince il primato del RealMadrid con 129,1 milioni di euro, seguito dal Manchester United con 122,4. Inter Milan si posizionano all’ottavo e nono posto con ricavi ridotti rispetto le altre big d’Europa: nerazzurri a 38,6 milioni di euro e rossoneri fermi a 31,3.
Diverso discorso per i ricavi da sponsor e merchandising. Qui in testa c’è il Bayern Monaco con 172,9 milioni di euro, seguito dalle ‘merengues’ a 150,8. Il club di via Turati, primo delle italiane è settimo, con 56,7 milioni di euro, mentre i cugini nerazzurri, decimi, si attestano sui 34,5 milioni di euro.
Con l’inizio della nuova stagione però i club di A potranno contare su somme di denaro certe come sponsor maglie e diritti tv prima di capire e conteggiare gli introiti di abbonamenti e biglietti.
Tre milioni in tre anni dalle televisioni così ripartiti: da ‘Sky’ 580 milioni, 210 milioni lo scorso anno e 225 milioni quest’anno per le 12 migliori squadre del digitale terrestre da ‘Mediaset’, da ‘Dahlia’ (tv che ha chiuso) sarebbero dovuti arrivare 30 milioni l’anno scorso (pagati 8,5) e 30,5 quest’anno per 8 squadre di A sul digitale, 23,8 milioni l’anno scorso e 25,3 quest’anno per gli highlights dalla ‘Rai’ e 1,3 per tutto il calcio alla radio, dall’estero 91 milioni da ‘MP&Silva’ quest’anno e 90,5 l’anno scorso.
Sul fronte sponsor si registra una crescita rispetto allo scorso anno del 16% con 69 milioni di euro investiti per le sponsorizzazioni di maglia. Leader è il Milan che riceverà da ‘Emirates’ 12 milioni di euro, seguiti da Inter con Pirelli (9,2 milioni), Juventus (7 milioni di ‘Betclic’ più ‘Balocco’) e Siena con ‘Monte dei Paschi’ (7 milioni). In coda Lecce (‘Banca Apulia’) e Cesena (‘Technogym’) con 750 mila euro.

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