Calcioscommesse, esclusivo Petrini su Signori e caso Bergamini

CALCIOSCOMMESSE ESCLUSIVA PETRINI / ROMA – “Gli scandali nel calcio sono come un susseguirsi delle onde del mare. Non hanno fine, si ripetono di volta in volta”. Con un comprensibile rammarico Carlo Petrini, in esclusiva a Calciomercato.it, commenta la nuova bufera che ha sconvolto e travolto il mondo del pallone. Inevitabile infatti un sensibile dispiacere da parte dell’ex calciatore di Torino, Catanzaro, Verona e Bologna che, negli anni ’80, fu fermato con una squalifica pesante perché implicato nel primo calcioscommesse; immancabile, allo stesso tempo, una disincantata consapevolezza sui fatti e misfatti del pallone: un mondo che Petrini senza censure e veli ha denunciato nel suo celebre libro ‘Nel fango del dio pallone’.
Qual è stato il tuo pensiero quando hai letto del nuovo ‘calcioscommesse’?
“Che il nostro esempio non è servito a nessuno…Ma non definirei questo scandalo una nuova calciopoli, sarebbe un’eresia. Di calciopoli ce ne è stata una e ne rimarrà una. Non mi aspettavo un nuovo scandalo, ma quello che posso dire è che gli scandali nel calcio si susseguono come le onde del mare. Sono e saranno senza fine”.

Che succederà? Quali le differenze con la bufera degli anni ’80?

“A noi dettero tre anni e sei mesi e, se non ci fosse stato il Mondiale, sarebbe stata la fine della carriera. Qui ci ritroveremo di fronte a squalifiche di cinque-sei mesi poi, con l’estate di mezzo, si ridurranno a tre mesi…Sicuramente il problema sono le pene che non sono severe…C’è un vuoto giuridico e le sanzioni non vengono applicate con la giusta democrazia: basta pensare che anni fa per doping Pagotto venne sospeso per ventidue mesi, mentre Davids per soli quattro mesi perché vestiva la maglia della Juventus“.

Come prevenire tutto questo?
“Questi giocatori, una volta beccati, andrebbero puniti severamente, ma i calciatori amano giocare, scommettere. Noi giocavamo a carte, i calciatori di oggi scommettono e il fenomeno è cresciuto con la legalizzazione delle giocate. E’ un’abitudine che riguarda tanti tesserati”.

Ti meraviglia il presunto coinvolgimento di Beppe Signori?
“No, non mi meraviglia nulla perché anche un ex campione può essere coinvolto. Non ci sono solo le riserve o i calciatori minori. Basta ricordare i nomi che sono emersi trenta anni fa…”.

Una curiosità: quante interviste ha rilasciato nell’ultimo periodo? Resti un personaggio scomodo?
“Sai…è strano perché una volta avevo rilasciato un’intervista alla ‘Rai’ dove parlavo di quel Bologna-Juventus (13 gennaio 1980 ndr), una partita che era stata concordata dalle società. I due club si misero d’accordo per un pareggio, poi giocato da molti calciatori. Il match finì 1-1 ma c’è ancora chi oggi pone dei dubbi sulla invalidità della partita…Io non sono stato mai denunciato per le verità che ho raccontato nel mio libro”.

Hai dedicato un’opera anche al Caso Bergamini e, presto ci sarà la riapertura del processo. L’avvocato della famiglia ia nostri microfoni si è detto fiducioso…
“Sì, sono d’accordo e penso che verrà fuori la verità: non si è trattato di suicidio. Donato Bergamini non si è tolto la vita…”.

Be the first to like.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *