Palermo, presentazione Delio Rossi: ‘Le parole non servono, dobbiamo solo lavorare’

CONFERENZA STAMPA DELIO ROSSI PALERMO / PALERMO – Delio Rossi torna sulla panchina del Palermo dopo quattro giornate, al posto dell’esonerato Serse Cosmi. Per il tecnico ex Lazio, la presentazione al ‘Tenente Onorato’ di Boccadifalco, è un deja-vù. Nei pressi dello stadio ‘Renzo Barbera’, il ‘neo’ mister oggi è stato accolto da una folla di tifosi entusiasti. Alcuni supporters gli hanno gettato sciarpe rosanero al collo e, colto dalle telecamere di ‘Sky’, ha avuto luogo un divertente siparietto con Delio Rossi che scherzando con i tifosi esclamava: “Basta sciarpe, ho più sciarpe che capelli!”.

AMBIENTE ROSANERO – “Nell’ultima conferenza stampa pensavo che il mio rapporto con il Palermo si fosse interrotto. Erano undici anni che non venivo esonerato ma va detto che è per la prima volte vengo richiamato, non me lo sarei mai immaginato. La mia disponibilità c’è sempre stata ma dovevo parlare con la squadra. In 35 giorni la situazione si è sicuramente complicata, basta vedere la contestazione dei tifosi, cosa che negli ultimi anni non si era mai verificata. Il mio ritorno non deve nascondere ciò che è successo. La contestazione è legittima, non stiamo facendo bene. Ho detto ai miei giocatori che voglio vedere un altro atteggiamento”.

OBIETTIVI – “Ci sono ancora grossi traguardi da centrare e dobbiamo tenere un atteggiamento propositivo. Siamo professionisti e in questo momento dobbiamo essere uomini. La componente comportamentale è determinante in questo momento. Ho sempre detto che per costruire ci vogliono anni, per distruggere un minuto. Adesso le parole non servono dobbiamo solo lavorare e dimostrare di essere da Palermo.

LA SQUADRA – “In campo vanno i giocatori, io posso solo dargli i mezzi. I ragazzi, hanno sempre fatto il bene e il male della società mentre io non sono legato alla panchina… anche perchè a casa ne ho una, e l’ho fatta mettere in giardino. (Sorride). Ho detto che non sarei mai tornato solo per finire il campionato e riscaldare la panchina. La situazione non è bella, ma è colpa nostra se siamo a questo punto. Chi vuole remare a favore lo faccia, altrimenti pazienza. Io darò sicuramente una mano per far risorgere il Palermo. Conosco questa squadra, e ho visto nei giocatori l’occhio della tigre vista in passato. Ho un grandissimo orgoglio, come quello di questi ragazzi. Questi giocatori hanno vinto un derby, hanno vinto con Milan e Juve e hanno portato la squadra in alto. E’ giusto che i tifosi si lamentino, ma è anche vero, come ho già detto, che il Palermo resta, mentre i giocatori e gli allenatori sono di passaggio.

RAPPORTO CON ZAMPARINI – “Le sue parole? Non ho mai commentato le sue parole. Quello che dovevo dirgli l’ho sempre fatto personalmente. Ripeto, non immaginavo una chiamata di Zamparini dopo il 4-0 per il Catania. Io comunque sul 3-0 per gli etnei sono andato a riposare, stavo poco bene. Devo però dire che ho sentito squillare il telefono quando riposavo e li ho capito che c’era qualcosa che si stava muovendo. Il futuro si vedrà. Io sono tornato per finire un lavoro che avevo iniziato. I progetti li costruiscono le società. Noi in Italia abbiamo un modo diversi di approcciarsi a questo sport. Io sono uno di quelli che credeva alle partite regolari anche nell’epoca Moggi. Fuori non è cosi, basta guardare il Manchester di Ferguson. Qui da noi si è convinti che l’allenatore è una componente, non un aspetto fondamentale di un progetto. L’allenatore può indicare come portare avanti il progetto, ma non può decidere se adottarlo”.

I TIFOSI – “Io ho grandissimo rispetto e considerazione per la gente, ho sempre pensato che chi viene allo stadio lo fa per l’amore per la propria squadra e per lo spettacolo. I tifosi del Palermo hanno sempre dimostrato queste caratteristiche e non c’è bisogno di far loro nessuno appello. Lo hanno dimostrato anche con gli applausi a fine gara contro l’Udinese. Non hanno bisogno di parole ma di fatti”.

I GIOCATORI – “Si fa fatica a dare un giudizio dopo mezzo allenamento. Conosco Pastore e Miccoli e so con chi ho a che fare. Certamente non è il loro momento migliore, ma so invece cosa possono dare ancora alla squadra. Generalmente i colloqui si fanno con i giocatori che non conosci e non con cui hai lavorato per un anno e mezzo. La situazione adesso è certamente più complicata rispetto a prima, ma non penso che sia cambiato il loro modo di rapportarsi con me. Carrozzieri quando lo vedrò in campo potrò fare le mie valutazione. Su Ilicic ripetiamo sempre lo stesso discorso, gli infortuni fanno parte del gioco e vista la sua assenza qualcosa dovrò inventarmi. La contestazione dei tifosi sta riguardando soprattutto 2 o 3 giocatori che magari a inizio campionato erano sugli scudi. Parlare adesso fa soltanto male alla squadra, però voglio ricordare che abbiamo ancora degli obiettivi importanti, e dobbiamo lavorare per raggiungerli”.

Lorenzo Nicolini

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