Calcioscommesse, Gegic accusa Gervasoni: “Aveva sotto controllo tutto”

CALCIOSCOMMESSE LE PAROLE DI GEGIC / MILANO – Intervistato da ‘La Gazzetta dello sport’, il super ricercato per le vicende sul calcioscommesse, Gegic, dà la sua versione dei fatti: non esiste la banda degli zingari, lui non è il capo, in Italia si truccano tante partite e Gervasoni era il capo di tutto.
“Sono pronto a costituirmi, chiedo solo ai magistrati di Cremona di togliere il mandato internazionale per trovare un accordo con il mio avvocato, Vitali -dice Gegic – Torno in Italia a raccontare quello che so; non sono il capo di nulla. Non esiste la banda degli zingari e io non sono uno zingaro. Se il calcio italiano è marcio, la colpa non è mia. Sono le società in difficoltà a cercare accordi e a scommettere per pagare gli stipendi. Poi ci pensano i giocatori a vendere le informazioni al miglior offerente. Dalla B in giù, le ultime cinque gare del campionati sono una farsa”.
Poi l’accusa a Gervasoni: “Io traducevo per Ilievski, che ho conosciuto perché vendeva auto, quando si doveva parlava con qualche giocatore per avere informazioni, e scommettevamo. E’ sbagliato, sono stato ingenuo, ma da lì a truccare le partite ce ne corre. Gervasoni è quello che aveva la situazione sotto controllo, lui conosceva tanti giocatori e faceva tutto. Una volta mi ha dato un’informazione sbagliata facendoci perdere dei soldi”
Masiello e Iacovelli hanno raccontato ai magistrati che proprio Gegic aveva offerto 250 mila euro per truccare Palermo-Bari: “Di questo particolare preferisco parlare con i magistrati”.

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