Campioni ai raggi X, retroscena, storia e curiosita’ su Diego-Atletico Madrid

CAMPIONI AI RAGGI X DIEGO / MADRID (Spagna) – Al “Vicente Calderon” di Madrid questa sera andrà in scena il ritorno della sfida di Europa League tra l’Atletico padrone di casa e la Lazio, chiamata ad un disperato tentativo di rimonta. I “Colchoneros” partono infatti dall’indiscusso vantaggio di essersi imposti nel match di andata per 3-1 all'”Olimpico”: la vittoria è arrivata grazie ad una clamorosa rimonta nella quale ha avuto grande importanza la bella prestazione fornita da una vecchia conoscenza del nostro calcio, il brasiliano ex Juventus Diego, che però stasera non ci sarà a causa di un infortunio muscolare (leggi qui la notizia: http://www.calciomercato.it/news/147292/Atletico-Madrid-Lazio-infortunio-Diego-fuori-un-mese.html). Una grave perdita per Simeone, che nelle ultime settimane ha rivitalizzato e rilanciato alla grande una squadra che sembrava smarrita, e per farlo ha puntato forte sul trequartista arrivato in prestito dal Wolfsburg che sta ritrovando, finalmente, la brillantezza perduta nelle ultime due travagliate stagioni.

DAL SANTOS AL PORTO – Nato il 28 febbraio del 1985, Diego Ribas da Cunha cresce calcisticamente nelle giovanili del Santos. Giovanissimo esordisce in prima squadra nel club che fu di Pelè, e da subito dimostra le sue grandi potenzialità in coppia con Robinho, vincendo a suon di gol e di giocate il campionato brasiliano. Le offerte dall’Europa non tardano ad arrivare, e a soli 19 anni Diego si trasferisce in Portogallo per vestire la maglia del Porto. Al “Dragao” l’ambientamento non è dei più semplici, e i risultati sono piuttosto deludenti. Per gli allora Campioni d’Europa è il primo anno del dopo Mourinho, e per Diego, chiamato per sostituire Deco, l’impatto non è dei più semplici, tanto da convincerlo a trasferirsi in Germania già nel 2006 (dopo aver comunque vinto il campionato portoghese) quando arriva l’offerta del Werder Brema.

L’ESPLOSIONE Nella Bundesliga il brasiliano inizia da subito a esprimere il suo talento e diventa il trascinatore del Werder che si fa rispettare in Europa sia in Champions che in Coppa Uefa con una lunga cavalcata interrottasi solo in finale nel 2008/2009, tanto da meritarsi la considerazione dei maggiori club europei e l’unanime giudizio di miglior giocatore del campionato. Di lui torna ad accorgersi anche la Selecao, nella quale aveva esordito giovanissimo e con cui vince la Coppa America nel 2007 (la seconda dopo quella vinta nel 2004) e partecipa alle Olimpiadi di Pechino nel 2008.

MR 25 MILIONI – I 59 gol nelle tre stagioni tedesche ne dimostrano la maturazione anche in zona gol, requisito fondamentale per un trequartista moderno sul quale nell’estate del 2009 piomba uno dei più prestigiosi club europei, la Juventus, che con un assegno di circa 25 milioni di euro lo acquista per farne il simbolo del definitivo rilancio dopo le tormentate e dolorose stagioni del dopo-Calciopoli.

FALLIMENTO JUVENTINO – A Torino Diego sulla panchina bianconera trova Ciro Ferrara, con il quale comincia alla grande un’avventura che tutti pronosticano lunga e piena di soddisfazioni. L’inizio è folgorante, con una doppietta all'”Olimpico” di Roma contro i giallorossi padroni di casa che illude tutta la tifoseria juventina, che in lui vede il leader della riscossa della “Vecchia Signora”. Se l’inizio è scintillante, la stagione juventina diventa sempre più buia con il passare dei mesi, fino al totale fallimento successivo alla successione in panchina tra Ferrara e Zaccheroni. Diego diventa uno dei protagonisti del fallimento più tartassati dalla critica e dall’infuriata tifoseria bianconera, tanto che il clima ostile che percepisce intorno a se’ lo convince a fare le valigie e a chiudere anzitempo un’esperienza da dimenticare accettando l’offerta del Wolfsburg.

DI MALE IN PEGGIO – Il ritorno in Germania si rivela però un errore di valutazione: il Wolfsburg dopo il titolo conquistato nel 2009 è in caduta libera e una situazione del genere non aiuta un giocatore in evidente difficoltà psicologica come Diego, che infatti combina ben poco di buono. Allo scarso rendimento il brasiliano abbina anche un atteggiamento non del tutto professionale, che lo porta alla rottura totale con l’ambiente e lo staff tecnico.

IL RILANCIO – Dopo le minacce dell’allenatore Magath di non farlo mai più scendere in campo, nell’ultimo giorno del mercato estivo 2011 Diego si trasferisce in prestito all’Atletico Madrid, club che decide di puntare su di lui e il colombiano Falcao dopo gli addii degli idoli del Forla“Vicente Calderon”, Forlan e Aguero. La scelta di rilanciarsi nel campionato spagnolo, soprattutto dopo l’avvento di Diego Pablo Simeone in panchina, sta dando ottimi frutti, e finalmente il brasiliano sembra avviato sulla buona strada per tornare il bel giocatore visto a Brema. Un infortunio l’ha fermato proprio sul più bello, ma ormai il feeling di Diego con la sua nuova realtà spagnola sembra solido e destinato a sbocciare in un amore finalmente duraturo, attraverso cui potrebbe finalmente esprimere tutto il suo potenziale uno dei giocatori che a livello tecnico è tra i più forti del calcio mondiale.

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