Inter, tutti sotto processo. Ecco da dove ripartire

INTER, ECCO DI CHI E’ LA COLPA / MILANO – Si salvi chi può. E in questa Inter a potersi salvare sono decisamente in pochi. Il momento di crisi dei nerazzurri ormai è esploso come un parassita incontrollabile. Claudio Ranieri al suo arrivo alla Pinetina aveva cercato di portare la medicina giusta per guarire da una stagione partita male, ma ancora questa si è dimostrata troppo leggera. E allora ecco che neanche finita l’annata (resta da giocarsi comunque un ottavo di Champions) già sono partiti i processi. Dal presidente agli allenatori però i colpevoli del regresso sono in tanti, forse in troppi per ritirare su una barca a questo punto dell’anno, in attesa di una ricostruzione adeguata per dare la svolta decisiva.

PRESIDENTE – A Moratti va detta sicuramente una cosa. Lui nel corso degli anni ha speso, anche tanto, spesso bene altre volte male. Quando però sceglie un tecncio sembra non essere mai convinto al cento per cento. Dopo Mourinho ha vissuto di nostalgia: Benitez non lo convinceva dall’inizio e non gli ha comprato nessuno. Con Leonardo, per il quale gli brillavano gli occhi, è stato più generoso: gli ha regalato in un colpo solo Pazzini e Ranocchia a gennaio scorso. Poi Gasperini e quel modulo che non convinceva. Troppo tempo per rivoluzionare una squadra forte delle proprie sicurezze e anche in questo caso il portafoglio è rimasto chiuso, o almeno non si è aperto come doveva. Infine Ranieri. Sembrava godere di grande stima ma di regali a gennaio ne ha ricevuti pochi e adesso anche uno con la sua esperienza accusa il colpo.

DIRIGENZA – Branca e soci non sembrano più quelli di una volta, quelli che piazzavano grandi colpi a costo zero vedi i vari Cambiasso e Maicon o facevano affari d’oro con Milito, Sneijder e Motta. Adesso c’è una società con grandi dubbi che sembra vagare nel buio. Sarà stato forse l’addio di Oriali a mostrare alcune lacune interne? Fatto sta che partito Eto’o, non uno qualsiasi, sono arrivati Forlan, perennemente infortunato, Zarate e Castaignos, per un totale di tre gol in tre. I giovani lasciano qualche dubbio: Alvarez è da alti livelli? E poi dove la mettiamo gente come Jonathan? Servono rinforzi freschi e di qualità (Guarin ancora è un oggetto misterioso). Serve gente di alto livello con la fame di vittoria.

ALLENATORI – E’ vero, a Gasperini serviva tempo. Lui l’ha sempre detto e si è sempre difeso così. Probabilmente non gli hanno neanche fatto una campagna acquisti adeguata ma rivoluzionare una squadra già formata con l’Inter non era facile. Occorreva perdere un anno, forse anche qulcuno in più. In corso Vittorio Emanuele non avevano molta voglia e lui ne ha fatto subito le spese. Arrivato Ranieri sembrava aver trovato il bandolo della matassa. Prime partite così così, poi l’equilibrio perfetto con quel 4-4-2 marchio di fabbrica e la vittoria nel derby. Scudetto riaperto e tutti felici. Poi all’improvviso il buio nel momento più bello. Il castello crolla e così anche tutte le certezze. Restano solo confusione, infortuni, poca identità, scarsa condizione fisica e una mentalità da ricostruire alla base. Per ripartire servirà un tecnico al quale dare fiducia al 100 per 100.

GIOCATORI – Anche loro non sono esenti da colpe, tutt’altro. Qualcino sembra aver perso la voglia di correre, di lottare. Qualcuno dice che i senatori hanno tirato troppo le redini a questa squadra e i giovani faticano ad esplodere. Tira una brutta aria attorno ad alcuni big, Sneijder su tutti. Per molti la rivoluzione partirà proprio dal gruppo storico nerazzurro perchè i vari Stankovic, Cordoba, Cambiasso, Maicon sembrano non essere più quelli di un tempo.

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