Euro 2012, Blatter dice Spagna: “Il calcio deve essere espressione della cultura del paese”

Joseph Blatter

ZURIGO (Svizzera) – Anche per lui è arrivato il momento di lasciare. Sepp Blatter, numero uno del calcio mondiale da 13 anni e alla FIFA da più di 30, dice basta e lo fa con la missione per lui più difficile: portare la tecnologia nel mondo del calcio. La missione, come rivelato a ‘La Gazzetta dello Sport’, è farlo per i Mondiali 2014. “Un giorno nella vita devi dire basta. Rimetto in piedi la FIFA, poi nel 2015 la lascio nelle mani di un altro. – le parole di Blatter – Stiamo sperimentando la tecnologia sul gol fantasma: l’International Board decide a marzo. Ci siamo. Importante che il sistema sia immediato, affidabile e non complicato. La Fifa non può accettare che si ripeta quanto successo in Sudafrica: un pallone dentro 70 cm visto fuori. Platini propendeva per gli arbitri di porta, io no. Idea brillante ma costosa. Sono arbitri, non guardalinee: quante federazioni possono permettersi le cinquine? La tecnologia è meno cara.

Si avvicina l’assegnazione del Pallone d’Oro. “Messi e Cristiano Ronaldo sono i migliori, lo ha deciso la maggioranza. Certo, tutto in Spagna. Dove c’è anche Xavi, simbolo di un movimento straordinario che dalle giovanili è arrivato a conquistare Europa e mondo. La Spagna ha un gioco tecnico, rapido, attrattivo. Ed è bello che il calcio sia espressione della cultura del paese. Ogni nazionale dovrebbe giocare come vive la sua gente. I più grandi fuoriclasse della storia? Pelé, Beckenbauer, Cruijff, Platini, Zidane, e colui che ha reso grande il Mondiale juniores nel 1979: Maradona»”.

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