Champions League, Ferguson promuove Allegri e vota Napoli

CHAMPIONS LEAGUE FERGUSON MILAN NAPOLI ALLEGRI / ROMA – Intervistato da ‘Il Corriere dello Sport’, il tecnico del Manchester Uniter, Sir Alex Ferguson ha parlato della situazione del calcio italiano, dello strapotere del Barcellona, del suo successore in panchina e di allenatori come Guardiola e Mourinho.

GUARDIOLA E MODELLO BARCELLONA – “Guardiola è stato un giocatore, ha impara­to da Cruyff e dagli altri allenatori stranieri che hanno allenato il Barca, Cruyff, Van Gaal. Ha imparato dai suoi maestri ma ci ha messo an­che delle sue idee, come tanta energia nel pres­sing. E Barcellona è la squadra più forte di tut­ti i tempi? Sicuramente rientra tra le formazioni più for­ti di sempre. Ma c’è anche il Milan di Baresi, Ancelotti, Donadoni e degli olandesi, una squa­dra fantastica”

SUCCESSORE ALLO UNIITED – “Nel corso degli anni me l’hanno chiesto ripetu­tamente. Molti degli allenatori che dicevano di poter prendere il mio posto oggi non lavorano neanche più nel calcio… Magari trovo una perso­na che penso possa avere le potenzialità, ma da un anno all’altro incontra delle difficoltà. Intan­to chiariamo una cosa: non mi sto ritirando. Se ho mai pensato di lasciare lo United? Mi hanno contattato in tanti, ma in nessun modo potrei andare via. Tutto quello di cui ho bisogno è lì: ogni giorno per me è una nuova sfida”.

MALDINI E ZOLA – “Una volta feci una richiesta al padre di Mal­dini, Cesare: mi guardò come se fossi stato un pazzo e quella risposta mi è bastata a capire che era un ‘no’. Ho amato molto Zola: giocava sempre con il sorriso e con il giusto spirito sportivo”.

MOURINHO – “Non trovo che questo suo entusiasmo sia qual­cosa di sbagliato, anche io da giovane ne dimo­stravo di più in panchina, ero sempre lì a ge­sticolare e dirigere il gioco. E’ la natura di Mourinho agitarsi, ci sono altri che invece stanno lì e prendono solo appunti. Cosa che io non faccio: ho la mia testa per ricordarmi le co­se. Quando ho visto Mourinho correre avanti e indietro all’Old Trafford quando allenava il Porto, mi sono detto: ma anche io facevo così? La gente riconosce l’entusiasmo, i tifosi capi­scono che stai lottando per loro, per la squa­dra ».

NAPOLI E CHAMPIONS – “E’ inserito nel gruppo più difficile, lo chiamo il girone della morte: se sopravvivono a quel girone, possono arrivare ovunque. Hanno la spinta di 70-80 mila tifosi, incredibile. Mi ri­cordo i mondiali del 1986 quando allenavo la Scozia: nel girone pescammo Germania, Dani­marca e Uruguay, fu molto dura. Quando c’è un sorteggio, innanzitutto speri di non viaggiare tantissimo, di evitare squadre turche o ucraine, ad esempio, perché le trasferte lunghe possono essere un problema. La seconda cosa: pensare a portare a casa 10 punti. Hamsik sembra un giocatore da calcio inglese: le piace? Vorrei conoscerlo meglio. E Balotelli? E’ al City, non è un mio giocatore”.

TECNICI GIOVANI, ALLEGRI – “Ci sono tanti giovani, bisogna solo dare loro il tem­po e potranno venire fuori. Qualche giorno fa c’è stato un meeting di allenatori organizzato dall’Uefa, abbiamo notato che l’età media si è abbassata grazie a tecnici come Allegri, ad esempio, uno che mi piace, è un grande. Dia­mo loro il tempo di crescere. Quando ho inizia­to, mi sono ritrovato con appena otto giocatori a disposizione nella mia prima settimana da allenatore. E’ consigliabile averne almeno die­ci, più un portiere…».

CASO TOTTI-ROMA – “E’ il simbolo della Roma non vorrebbe mai lascia­re questa squadra come Giggs e Scholes non hanno mai voluto lasciare lo United. Totti va tenuto sempre a un certo livello nella Roma, come ho fatto io: Giggs magari non lo faccio giocare tutte le settimane ma la sua presenza è sempre lì, potrebbe essere lo stesso anche per Totti”.

S.C.

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