Facebook ha nuovi investitori

ROMA – Goldman Sachs, la più accorta tra le banche d’affari di Wall Street (450 milioni di dollari) e la russa Digital Sky Technologies (50 milioni), sono da lunedì investitori di Facebook , il più famoso social network di Internet, che con i suoi 500 milioni di iscritti assume il valore di 50 miliardi.

LO SCAMBIO DEI TITOLI – Tali stime sono solo virtuali, perchè Facebook , avendo un umero di azionisti inferiore a 500, non ha l’obbligo di quotarsi a Wall Street e di rendere così di pubblico dominio il suo bilancio. Lo scambio dei titoli avviene attraverso modalità privata, ma il numero di transizioni potrebbe portare l’autorità di Borsa Usa ad esigere lo stesso una quotazione della società. Per tale motivo Mark Zuckerberg, fondatore e amministratore delegato del social network, ha poche settimane fa, richiesto ai suoi dipendenti di ridurre il numero degli scambi.

I GUADAGNI DI FACEBOOK – Gli introiti di Facebook derivano soprattutto dalla pubblicità e quest’anno secondo le previsioni dovrebbero arrivare ai due miliardi di dollari, per un utile di circa 300 milioni. Se queste stime risultassero esatte, il valore di 50 miliardi potrebbe essere raggiunto se nei prossimi dieci anni i profitti del social network crescessero 25 volte più della media del settore. Si tratta di un’ipotesi realizzabile, come avvenuto per Google e Microsoft.

IL POTERE DEGLI INSERZIONISTI – Tutto è nelle mani degli inserzionisti dunque, attirati dall’alto numero di iscritti del social network; va tuttavia tenuto conto del fatto che al momento Internet non supera il 15% del mercato pubblicitario. Se si verificasse il riallineamento, ovvero se Internet arrivasse ad ottenere una percentuale di investimenti pubblicitari pari a quella degli altri media, in relazione al numero di utenti, sul mercato elettronico arriverebbero 50 miliardi in più ogni anno di ricavi pubblicitari.

Facebook dovrebbe  ottenere la metà di tale aumento, mantenendo costanti i suoi introiti, in modo da ottenere un utile di 4 miliardi l’anno, giustificando così la valutazione.

Luca Bagaglini

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