Processo Calciopoli, Bertini: “Mai fatto parte di associazioni a delinquere”

PROCESSO CALCIOPOLI BERTINI MOGGI / NAPOLI – Oltre alle molte assenze, da segnalare nell’udienza del processo penale riguardante ‘Calciopoli’ ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee Paolo Bertini, imputato accusato di associazione a delinquere. La procura di Napoli sostiene che Bertini, attraverso le famose schede telefoniche svizzere, sarebbe stato in contatto con l’ex direttore generale della Juventus, Luciano Moggi, a ridosso dell’inizio dei match. Queste le parole di Bertini: “Volevo rimarcare: sono un arbitro di calcio da una vita, oggi a 46 anni sono ancora un arbitro. In questa vita ho rispettato regole scritte nel regolamento e quelle non scritte tramandate da mio padre arbitro e dall’Aia – le sue dichiarazioni riportate da ‘tuttosport.com’ -. Io sono stato ligio a questo atteggiamento. Non ho mai fatto parte di alcuna associazione a delinquere, mi è suonato alieno essere accostato ad una fattispecie così. Potevo essere associato a una non associazione: ogni partita si è sottoposti a critiche, i club sono sempre scontenti. Ogni gara si crea una non associazione: anche con Moggi e la Juve era una non associazione perché anche la Juve così come tutte le squadre arbitrate sono state scontente del mio operato e di altri. Perché è normale sbagliare: l’arbitro va in campo e sbaglia, a volte non sbaglia ed è criticato lo stesso, spesso ingiustamente. L’errore dell’arbitro è tanto più rimarcato se messo in comparazione con le immagini tv, quella è un’altra partita, un’altra realtà: l’arbitro non potrà mai essere comparato con un sistema elettronico di 30 telecamere. Quindi io ho sbagliato, ma l’ho fatto ovviamente pensando di fare bene, all’istante, non per svantaggiare o avvantaggiare qualcuno. L’ho fatto anche contro la Juve. Anche a favore e contro le squadre in competizione con la Juve. Quando mi hanno accusato non s’è preso in considerazione che nel 2004-2005 per aver arbitrato 5 partite, 3 delle quali della Juventus, la Juve con me ebbe una media punti inferiore del campionato, con me meno punti che con gli arbitri qui. Con me il Milan, il competitore, ottenne più punti della Juve e più punti della sua media punti. Per essere uno dell’associazione ci sono dati che non tornano”.

JUVE-MILAN – Continua Bertini: “Nella gara denominata partita regina di tutte le partite, Juve-Milan: voglio rimarcare, ho rivisto 15 volte quella gara e non mi dò pace, fu una partita arbitrata assolutamente bene. Lo dissero gli osservatori, qualche critico più oggettivo di altri. L’osservatore fu soddisfatto, commisi l’errore di fermare Kakà che subì un fallo con ammonizione perché era un fallo duro e invece Kakà poteva continuare a giocare. Fermai per un mancato vantaggio al Milan: questo è l’errore umano in quella partita. Io in quel campionato ho commesso molti errori, ma il più importante l’ho commesso con l’assistente durante Atalanta-Milan: era nello stesso giorno di Roma-Juve, in quella gara non ho espulso Nesta per fallo da ultimo uomo. Era un contropiede, ero a 50 metri dal fallo e il mio assistente non prese provvedimento, non mi aiutò: quella partita era sull’1-1, avrei dovuto lasciare il Milan in 10 e poteva decidere il campionato, avvantaggiai il Milan che al 94′ segnò vincendo. Ho subito critiche enormi: venni massacrato, anche da Moggi sui giornali”.

Bertini in aula (La Presse)
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